Antonello Salis ospite di Via dei Matti Numero 0, il programma televisivo condotto dall’attrice e cantante Valentina Cenni e dal musicista Stefano Bollani che accolgono i telespettatori in una casa in cui tutti vorremmo abitare una casa fatta di musica, aperta ad amici e note, storie e sorrisi. Il fisarmonicista, pianista e compositore è tra gli artisti più eclettici del panorama artistico internazionale che si è fatto conoscere per la sua grandissima passione per la fisarmonica e il pianoforte. Intervistato da strumentiemusica.com, Salis non ha saputo fare una scelta tra i due anche se tutto è cominciato proprio con la fisarmonica.
“Ho iniziato con la fisarmonica, ma poi ho avuto una sorta di nausea verso questo strumento e volevo comunque mettermi in discussione con uno strumento a tastiera” – ha raccontato l’artista che si è così dedicato allo studio del pianoforte da autodidatta. Oggi Salis non nasconde “ritengo di aver bisogno sia di essa che del pianoforte, perché per me suonare un solo strumento probabilmente non è sufficiente, quindi con entrambi mi completo”.
Antonello Salis e la passione per il jazz: “Oscar Peterson mi folgorò”
Non solo fisarmonica e pianoforte, Antonello Salis è un grande appassionato di jazz. Una passione nata quando era appena un adolescente come ha raccontato al sito strumentiemusica.com: “la molla è scattata a 11 anni, grazie al fratello di un mio amico che ascoltava Benny Goodman. Successivamente ho ascoltato il jazz in radio, in particolare Oscar Peterson che mi folgorò. Poi anche Dave Brubeck. Notavo la differenza fra i musicisti rock e quelli di jazz, con quest’ultimi che pensavo venissero da un altro pianeta, nonostante gli artisti rock che più apprezzavo erano comunque parecchio influenzati dal mood jazzistico. Inoltre, pure Art Tatum è stato un jazzista che ho particolarmente ammirato”.
Fondamentale nella sua vita l’incontro con Lester Bowie, trombettista e compositore statunitense icona sacra del jazz, : “in lui, che da ragazzino suonava nelle bande, ho scoperto il suo amore per la tradizione, seppur sia stato un artista molto all’avanguardia. Sono rimasto affascinato da lui, con cui ho calcato il palco per un mese di fila, in diversi contesti, anche in duo. Lui era una persona positiva, voleva che si suonasse come se non ci fosse un domani, concetto che mi trova pienamente d’accordo. Mi raccontava che la sera, prima di andare a dormire, ascoltava “Ballads” di Coltrane”.