Antonello Venditti ospite a “La Confessione” di Peter Gomez nella puntata di venerdì 24 gennaio 2020 alle ore 22.45 sul canale Nove. Il cantautore romano si racconta tra vita privata e professionale parlando del suo innato amore per Roma e non solo. La musica è sempre stata importante per Venditti che ha cominciato sin da ragazzino a suonare la tastiera, una passione che non è mai finita “.Il segreto? Non aver mai suonato in maniera classica. Senza questo stile nulla sarebbe stato così, nessuna di queste canzoni sarebbe nata. Al Folk ero un pianista che doveva trovare sintonia con un gruppo di chitarristi. Con la voce robusta perché quel piano era poco amplificato. Inventai un mio modo, adattando la tecnica alla voce, un finger picking da tastiera, un piccolo trucco nei rivolti degli accordi. Tutto cominciò così” ha raccontato dalle pagine di Vanity Fair. Non si contano le canzoni di successo del cantante romano: da “Sotto il segno dei pesci” a “Notte Prima degli Esami” fino a “Che fantastica storia è la vita” su cui rivela: “sono le canzoni che hanno uno snodo generazionale, che legano l’attualità al passato e per questo piacciono soprattutto ai ragazzi di oggi. In Sotto il segno c’era la voglia di cambiare e l’inquietudine di quella generazione. La piazza reale, non quella virtuale dei social network di oggi, con i loro processi sommari e le loro improvvise bufere”.



Antonello Venditti canzoni: “Sara? fu un doppio tabù”

Tra le canzoni di Antonello Venditti una menzione particolare merita “Sara” su cui rivela: “quello fu un doppio tabù. Erano gli anni del femminismo duro e puro”. Una canzone importante che riscosse moltissime critiche come precisa anche il cantautore dalle pagine di Vanity Fair: “alcuni la interpretavano come un’espressione di maschilismo. Per me era il contrario. Sara è dalla parte delle donne e della loro libertà. Quella di portare a termine la gravidanza anche se non sei sposata e non sai se quel figlio avrà un padre. È tratta da una storia vera. Sara la conosco bene, è ancora viva, non si chiama così, ha avuto tre figli con tre uomini diversi e ho il fondato sospetto che sia felice”. Impossibile non parlare del suo amore per Roma : “è un fatto di famiglia. Amo il legame con la città, l’identificazione, il nome”. Parlando proprio della città eterna, il cantante racconta: “Roma capoccia non è una canzone per la squadra, ma per la città. Roma Roma e Grazie Roma invece sì. Di Grazie Roma mi piace il doppio binario. C’è una prima parte per tutti, poi comincio a parlare romano e dico tutta la verità”.



Antonello Venditti: “Roma? Un luogo dell’anima”

Non solo la passione per la Roma calcio, ma anche per la città che ha sempre avuto una grandissima importanza per Antonello Venditti. “La bellezza di Roma rimane travolgente, un luogo dell’anima, irrinunciabile” ha dichiarato il cantautore dalle pagine di Vanity Fair. Una città di cui è follemente innamorato, ma che merita maggiori attenzione. “Dobbiamo darci da fare, averne cura, così come Roma deve avere cura di noi. Qui nessuno rispetta niente. La sporcano tutti. Bisogna farla rinascere da cittadini, senza appartenenze” precisa il cantate che rivela – “come un antico romano, ho i presagi. Odiavamo i piccioni, che ormai sono spariti. I gabbiani se li sono mangiati. Roma deve rinascere ogni giorno dalle piccole cose”. Infine un commento sulla musica attuale : “i rapper fanno canzoni politiche, a Roma ce ne saranno cento di buon successo. Tutto quello che racconta la realtà è politica e va molto veloce, molto più dei partiti”.

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