La storia di Antonia Bianco, uccisa dall’ex compagno Carmine Buono nel 2012 con uno spillone nel cuore raccontata dalla trasmissione Amore Criminale, che ripercorre gli eventi che hanno portato al femminicidio, ribadendo soprattutto che, in questo caso di cronaca così come in molti altri, si poteva intervenire prima. Come ha sottolineato più volte Assunta Bianco, la sorella di Antonia infatti, erano già state sporte varie denunce al commissariato, che rimasero sul tavolo dei magistrati senza alcun intervento nei confronti dell’ex idraulico che è stato poi condannato all’ergastolo per omicidio volontario.
L’uomo infatti aveva iniziato a perseguitare la vittima dopo essere stato lasciato perchè portava avanti due relazioni contemporaneamente, arrivando anche a tentare di investirla sotto casa. Tuttavia non venne mai preso alcun provvedimento da parte delle forze dell’ordine. I dettagli sono stati rivelati anche in una lettera che Assunta aveva scritto in segno di solidarietà alla sorella di Giulia Cecchettin, nella quale invitava tutti i familiari delle vittime di femminicidio a continuare a lottare.
La storia di Antonia Bianco, uccisa dall’ex compagno nel 2012 con uno stiletto al cuore
Antonia Bianco, 43enne italo argentina residente a San Giuliano Milanese, fu assassinata dall’ex compagno Carmine Buono il 13 febbraio 2012. La dinamica del femminicidio è molto simile a quella vissuta da molte altre donne, vittime degli ex partner che non accettano di essere lasciati. L’epilogo infatti avvenne in occasione di un incontro, durante il quale Antonia e Carmine dovevano parlare per risolvere alcune questioni relative al figlio che i due avevano avuto durante la relazione. Ma in seguito ad una discussione nata in strada, la donna viene colpita da uno stiletto appuntito conficcata nel petto.
Si accascia a terra e riesce a chiamare i carabinieri raccontando di essere stata picchiata dall’ex compagno. Quando arriva l’ambulanza sul posto, per Antonia non c’è più nulla da fare. Morirà in pochi minuti senza fare in tempo ad arrivare in ospedale. Non fu mai ritrovata l’arma del delitto e solo dai risultati dell’autopsia i medici legali riescono a risalire alla vera causa del decesso per ferita da arma da taglio. Nonostante la condanna definitiva e la decisione dei giudici in merito ad un risarcimento nei confronti della famiglia di Antonia Bianco, che ha lasciato tre figli, come ha ribadito la sorella Assunta: “Nessun indennizzo economico è stato mai erogato, nè garantita l’assistenza psicologica” .