Antonia Dell’Atte nella lunga intervista rilasciata a Vieni da me si è definita anche una sorta di Robin Hood: «Io ho sempre guadagnato e messo da parte, condiviso quello che avevo: con il tempo mi sono molto staccata dalle cose materiali, non me ne frega niente. Sono una Robin Hood, rubo ai ricchi per dare ai poveri: ho rubato tanto ai ricchi, la loro ipocrisia…». Una battuta sull’amore con Jackie Basehart, figlio di Valentina Cortese: «Jack era una persona possessiva, io avevo dei retaggi venendo dal Sud. Per me il corteggiamento è importante, era un gentiluomo ma lui non aveva voglia di lavorare. Era un ragazzo che stava bene, la madre gli dava qualsiasi cosa. Era molto fragile e molto possessivo, per questo ho deciso di non sposarmi per lui». Poi sul matrimonio con il nipote del Re di Spagna, Alessandro Lecquio di Assaba y Torlonia: «Mi ha corteggiato per un anno, mi disse di sapere tutto di me e che mi voleva sposare. Matrimonio finito perché è finito dell’innamoramento, anche lui era geloso e possessivo. Io per amore di mio figlio e per tutte le donne, l’ho denunciato: l’ho aiutato perché gli uomini che non rispettano le donne, vanno aiutati». Infine, sul figlio Clemente: «Un ragazzo che ha cercato di fare lui da padre a suo padre, senza odio e con amore: niente rancori».

ANTONIA DELL’ATTE, LA MUSA DI GIORGIO ARMANI

Antonia Dell’Atte a 360° nella lunga intervista rilasciata a Vieni da me. La modella e personaggio tv ha ripercorso la sua carriera nel salotto di Caterina Balivo: «Quando ho lasciato la Puglia, sono partita per Milano con i capelli lunghi: erano gli anni Ottanta ed andavano di moda le supermodelle americane. Nessuno mi voleva, ma quel taglio di capelli… Io per campare cercavo di fare tutti i lavori che le top model non volevano fare: facevo i miei showroom e vivevo dignitosamente. Non mi arrendevo, una mi disse di rifarmi il naso ed io risposi: “Sono qui per mantenere la mia famiglia, come mi pago l’operazione?”». La brindisina ha poi continuato: «Gli anni Ottanta sono stati durissimi e decisi di andare in televisione: feci un provino con Pippo Baudo, ma prese la Mussolini. Io ero fidanzato con Jackie, figlio di Valentina Cortese, mandai una foto per un contest delle Hawaii ma nel frattempo un parrucchiere di Milano mi cambiò la vita con un taglio: 3 milioni di lire per un taglio di capelli, io dovevo cercare di andare avanti e superare gli ostacoli. Al concorso di bellezza non mi riconobbero».

ANTONIA DELL’ATTE A VIENI DA ME

Poi Antonia Dell’Atte ha raggiunto il successo, diventando la musa prediletta di Giorgio Armani: il suo volto prestato per impersonare la «donna imprenditrice, che sa quello che vuole, le donne non sottomesse e che prendono in mano il mondo». L’ex modella ha aggiunto: «Mi sono sempre fatta rispettare, ero fuori dagli schemi: ero molto seria. Sono diventata la musa di Armani, ma non ho firmato i contratti che hanno firmato le top: io ho vissuto dopo ciò che mi ha reso, ho guadagnato in fama, rispetto e tutto». Poi il ricordo commosso della madre: «Vengo da una famiglia di cinque figli, con un padre molto debole e aggressivo, a volte violento. Quel vino che beveva nelle varie cantine lo rendeva una persona molto debole e quando si arrabbiava era una persona molto aggressiva. Mi sono sempre detta che avrei trovato un uomo come mio padre e che avrei fatto come mia madre, che si è fatta rispettare. Donne che hanno fatto l’Italia, contadine e che con cinque figli hanno avuto il coraggio di lasciare il marito. Mi ha inculcato prima il rispetto per sé stessi e poi di aiutare gli altri, sempre con amore: se hai amato, puoi anche separarti e denunciare delle cose per aiutare gli altri, ma sempre con amore e mai con l’odio».