Antonia Maria Iannicelli è la protagonista della nuova puntata di Cose nostre, il programma che racconta la storia e la vita di donne e uomini chi si sono opposti alla violenza cieca delle mafie pagando un prezzo molto alto. Giovedì 11 luglio su Rai1 verrà raccontata la storia di una madre che ha visto morire il figlio Cocò di soli tre anni per Manno della ‘ndrangheta. Non solo, in quel terribile incendio che è costato la vita del piccolo Cocò, sono morti anche il nonno Giuseppe e la compagna di origini marocchine Ibtissam Touss. Le telecamera di “Cose Nostre” si sono recate nel carcere dove Antonia Maria è rinchiusa per scontare una pena di dieci anni. Un lungo racconto quello della donna che ha descritto e ricostruito tutti i tragici avvenimenti che hanno portato alla moglie dell’unico figlio Cocò.



Antonia Maria Iannicelli chi è? “Al male non si risponde mai con il male”

La morte del figliò Cocò ha sicuramente stravolto la vita di Antonia Maria Iannicelli, una una madre costretta a pagare fino alle estreme conseguenze le regole di una ‘ndrangheta spietata. Dal carcere dove è rinchiusa, la donna si è avvicinata alla fede facendo sue alcune parole del perdono scritte nelle Sacre Scritture. Una riflessione che l’ha portata scrivere una lunghissima lettera in cui invita tutti a non rispondere alle atrocità con altrettante atrocità. Una lettera che è stata letta per la prima volta durante una fiaccolata tenutasi a Cassano e su iniziativa del Vescovo. “Con questa mia lettera voglio esprimere ciò che il mio animo, anche se trafitto dal grande dolore, mi suggerisce. Dopo aver parlato con tutti coloro che mi sono vicini: le volontarie, il cappellano e infine il vescovo di Cassano che mi è venuto a trovare e dopo averlo ascoltato mi ha colpito una sua frase presa dalla Bibbia con cui mi ha fatto riflettere il senso di ciò che è capitato al mio piccolo angelo” scrive la donna che ha trovato conforto nel Salmo 54 della Bibbia che dice: ‘Piombi su di loro la morte, scendano vivi negli inferi perché il male è nelle loro case, è nel loro cuore’. Parole che l’hanno portata a riflettere con il vescovo e a giungere alla conclusione che “al male non si risponde mai con il male”.



Antonia Maria Iannicelli: “Cocò ora è in Dio, non vuole che noi sulla terra continuiamo a farci del male”

La lunga lettera di Antonio Maria Iannicelli prosegue e suona come un esortazione a trasformare l’odio in amore. “Ho capito che dobbiamo cambiare nel cuore e dobbiamo sforzarci di non rispondere con la vendetta ma con l’amore” scrive la donna che avvicinandosi alla fede e alla parola di Dio ha compreso il motivo della morte del figlio di soli 3 anni Cocò. In un altro estratto della lettera si legge: “Cocò che ora è in Dio non vuole che noi sulla terra continuiamo a farci del male” e la stessa donna si stupisce nel riuscire a pensare una cosa del genere. Sul finale poi il ricordo del figlio Cocò che immagina “sempre sorridente” e un pensiero per tutti gli altri bimbi “che sognano di vivere questa vita serenamente”.

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