Nonostante la popolarità, Cosmo, il professore di storia che è diventato cantautore, ha voluto restare quello di sempre. La passione per la musica era stata comunque sempre forte in lui, ma è stato dopo la laurea in Filosofia e dopo avere avuto la sua prima cattedra che ha capito di non volersi dedicare esclusivamente all’insegnamento. Marco Jacopo Bianchi, questo il suo vero nome, ha così iniziato la sua doppia vita: docente di giorno e leader di una band, i Drink To me, di notte.
I primi successi sono arrivati già con il suo primo album, uscito nel 2013, “Disordine“, anche se la svolta vera e propria è coincisa con l’uscita di “L’ultima festa“, che ha anticipato il suo secondo disco. Oggi è uno dei cantautori italiani più apprezzati, che ha come riferimento artisti del calibro di Franco Battiato, Lucio Battisti e M.I.A.. Ma su una cosa lui non ha dubbi: Ivrea è e continuerà a essere la sua città.
Cosmo e l’amore per Antonietta e i figli Carlo e Pietro
I concerti portano ovviamente Cosmo a girare spesso l’Italia, ma il suo quartier generale continua a essere la sua città di origine: Ivrea. Ed è proprio nella città piemontese che è rimasta la sua famiglia, composta dalla moglie Antonietta e dai suoi due figli, Carlo e Pietro. Anche la donna sarebbe di origine piemontese e lavorerebbe in un hotel-ristorante fondato dai suoi genitori. Lei non ama comparire in pubblico, ma ha fatto un’eccezione con il video di “Quando ho incontrato te“.
L’artista ha una vera e propria venerazione per la località in cui vive e non la nasconde: “Si sta bene a Ivrea – ha rivelato in un’intervista a ‘Internazionale’ -. C‘è meno inquinamento, è un posto a misura d’uomo. Anzi, a volte mi sembra che la vita per i miei figli qui sia anche troppo cittadina. Sarebbe bello se potessero correre liberi e tranquilli, invece devono stare attenti alle macchine. Per fortuna appena esci dal centro sei nei boschi e vicino ci sono posti meravigliosi, come la Valchiusella. Voglio bene a questa città, qui c’è la mia famiglia, siamo nati qui. Ho sempre voglia di partire, ma ho bisogno di tenere un piede a Ivrea”.