Antonino Cannavacciuolo, la rivelazione sul papà: “Mi voleva medico o architetto

Antonino Cannavacciuolo è uno degli chef più stimati d’Italia, forte di una carriera brillante e in costante evoluzione. In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, il sette stelle Michelin ha raccontato la sua passione per la cucina e fatto alcune rivelazioni sul rapporto con il padre, che non ha mai del tutto accettato la strada professionale intrapresa dal figlio: “Ormai tra noi c’è un gioco: gli preparo qualcosa e poi gli chiedo “allora papà, ho imparato qualcosa?”. Ma lui niente. So che si vanta di suo figlio con gli altri, ma non con me“.



Il padre avrebbe preferito per lui altre strade rispetto a quella della cucina, ma lo chef si è impuntato e ha inseguito il suo sogno di diventare un cuoco stellato con tutte le sue forze: “Lui oltre a quello di chef faceva altri due lavori, si è impegnato moltissimo per noi. Forse per questo mi voleva medico, o architetto, avvocato… io mi sono impuntato e a 13 anni gli ho detto: o mi fai fare il cuoco o non faccio niente“.



Antonino Cannavacciuolo e la sua prima copertina: “Mio papà la vide e…

Antonino Cannavacciuolo puntò tutto sulla cucina e alla fine la scommessa si è rivelata vincente, considerata la sua brillante carriera dietro i fornelli e in televisione. Ricordando una delle sue prime soddisfazioni, ha raccontato: “Nel 2003 uscì la mia prima copertina su una rivista, ad ottobre. Dentro, il giornalista scriveva che il mio era probabilmente il miglior ristorante d’Italia. Io ero felicissimo, davvero allora non mi conosceva nessuno. Non volevo spedire il giornale a mio padre, ho aspettato gennaio per darglielo a mano“.



La reazione del padre, tuttavia, fu piuttosto composta: “Lui ha visto la copertina e non si è scomposto, è andato a leggere l’articolo. Poi è tornato, mi ha ridato il giornale e mi ha detto: se è vero quello che c’è scritto allora ci dovrà essere un seguito, se no non è vero niente“. Pur non avendo ancora ricevuto dal papà un “bravo” per la sua carriera, Cannavacciuolo ammette: “Diciamo che mio padre, a differenza mia, è un grande comunicatore anche senza parlare. Il suo esempio è il mio più grande insegnamento. È stato forse poco presente ma, al tempo stesso, un vortice addosso a me. Mi ha dato tanto, così come a tutta la sua famiglia per farci stare bene“.