CHI È ANTONINO LA RUSSA, IL PADRE MISSINO DEL PRESIDENTE DEL SENATO

Antonino La Russa non era solo un esponente del Movimento Sociale Italiano nonché senatore della Repubblica: era infatti il padre di Vincenzo, Romano e Ignazio La Russa, tre figli tutti implicati in politica di cui l’ultimo è come tutti sanno l’attuale Presidente del Senato. Nel corso dell’intervista a “Belve” – oggi su Rai 2 alle ore 21.15, per la prima volta in prima serata – Francesca Fagnani chiederà all’esponente FdI di questo fortissimo legame politico e personale che ancora oggi intercorre tra Ignazio e il papà Antonino. Morto il 21 dicembre 2004 a 92 anni, Antonino La Russa continua ad essere ispirazione e esempio per il Presidente del Senato che spesso lo ricorda nei suoi discorsi: storico parlamentare Msi ed elemento di spicco della destra in Sicilia, eletto per sei legislature, Antonino La Russa è stato capostipite di una famiglia tutta dedita alla politica.



Originario di Paternò in provincia di Catania, figlio di Vincenzo e Rosa Emilia Russo, Antonino La Russa divenne avvocato penalista prima della seconda guerra mondiale e continuò anche dopo divenendo uno dei più autorevoli legali del Foro di Catania. Membro dei Gruppi Universitari Fascisti, nel 1938 fu nominato segretario politico del Partito Nazionale Fascista a Paternò: con la guerra però decise di partire volontario come tenente sul fronte nordafricano, dove rischiò la vita con una bomba lanciata dagli Alleati nel 1942. Dopo la sconfitta nella battaglia di El Alamein, La Russa sr venne catturato dai britannici di cui rimase prigioniero fino al 1946. Eletto deputato nel febbraio 1958 con il Movimento Sociale Italiano, nel 1972 divenne anche senatore sempre nei collegi di Catania: a Palazzo Madama il padre di Ignazio La Russa è stato membro della Commissione industria; dal 1979 al 1980 fu vicepresidente del Gruppo parlamentare.



IGNAZIO LA RUSSA RICORDA IL PADRE ANTONINO: “HO IMPARATO LA POLITICA E…”

È però negli anni Sessanta, con il trasferimento a Milano, che Antonino La Russa fece frequentare ai figli Romano, Emilia e Ignazio il collegio in Svizzera avviandoli tutti a potenziali fulgide carriere politiche (Vincenzo tra l’altro entrò nella Democrazia Cristiana, Romano e Ignazio in Msi, An e FdI). Nel giorno dell’insediamento come nuovo Presidente del Senato, Ignazio La Russa – come ricorderà questa sera nell’intervista a “Belve” – non poteva non ricordare il padre che lo ha istradato prima al rispetto e al dialogo dell’avversario politico e poi alla cultura stessa delle istituzioni: nel suo discorso a Palazzo Madama dichiarava, «Sono stato sempre un uomo di parte, di partito più che di parte, ma in questo ruolo non lo sarò. E’ una lezione che ho appreso in tanti anni, tra gioia e dolori; anni di militanza, di affermazioni, di difficoltà, cercando sempre di cogliere dagli eventi ogni utile occasione di crescita, anche di messa in discussione delle proprie posizioni.



Non rimanere abbarbicato a idee immutabili, ma svilupparle senza tradirle è stato l’impegno non solo mio, ma della mia parte politica in maniera larga. Un insegnamento – consentitemelo – che a livello personale ho appreso da mio padre, che è stato senatore di questa Repubblica, e a livello politico ho ricevuto da più persone, ma in particolare da un uomo che ha insegnato a me e non solo a me il valore del dialogo e dell’armonia. Non a caso veniva chiamato ‘ministro dell’armonia’, il non dimenticato onorevole Pinuccio Tatarella». Più di recente ha suscitato polemica il post dello stesso Ignazio La Russa nel ricordo del Msi e delle sue esperienze giovanili nel Movimento Sociale Italiano: «Nel ricordo di mio padre, che fu tra i fondatori del Movimento Sociale Italiano in Sicilia e che scelse con il MSI per tutta la vita, la via della partecipazione libera e democratica in difesa delle sue idee rispettose della Costituzione italiana», scriveva su Instagram lo scorso dicembre ricordando la nascita del Msi di cui suo padre Antonino ne era uno degli elementi più di spicco in Sicilia. Rispondendo in merito alle accuse di tenere in casa il busto del Duce Mussolini, Ignazio La Russa si è difeso in questi termini suscitando non poche polemiche: «Il busto del Duce? Non lo butterò mai, è un regalo di mio padre. […] Sono dipinto – ha detto – come quello che ha il busto del Duce: èvero ce l’ho, me lo ha lasciato mio padre, non capisco perché dovrei buttarlo e non lo butterò mai. Così  come conserverei quello di Mao Zedong».