Se Donatella Finocchiaro è stata in grado di impersonare una protagonista credibile all’interno del docufilm Io, una giudice popolare al Maxiprocesso, questo lo deve soprattutto alle sue origini catanesi. Sì, perché Donatella ha avuto a che fare almeno una volta con le attività criminali e in particolare con la mafia, visto che è cresciuta con un padre imprenditore vittima del pizzo e non solo: dopo un certo periodo che si rifiutava di pagarlo, papà Antonino subì un grave attentato da parte delle persone che lo minacciavano. Ciò è accaduto una decina di anni fa, come epilogo di una storia imprenditoriale difficile in quanto segnata dal suo sviluppo in una zona in cui è quasi impossibile andare esenti da attacchi del genere. Nonostante tutto, la Finocchiaro è stata in grado di trarne un grande insegnamento di vita, arrivando a definire suo padre come una delle figure che più di tutte l’hanno influenzata nella sua maturazione come donna e attrice. A suo dire, anche da questa produzione viene fuori una morale interessante: anche da solo, un cittadino può cambiare la storia. (agg. di Rossella Pastore)



Donatella Finocchiaro: “A mio padre Antonino hanno fatto saltare la fabbrica”

Donatella Finocchiaro torna su Rai 1 con il docu-film “Io, Una giudice popolare al maxiprocesso”. Il suo personaggio, Caterina, sintetizza il punto di vista delle tre giurate popolari Teresa Cerniglia, Maddalena Cucchiara e Francesca Vitale. Non è la prima volta che l’attrice catanese si cimenta in ruoli impegnati. Nel 2005 ha recitato nel film “Sulla mia pelle”, opera prima diretta da Valerio Jalongo nata dalle esperienze dei carcerati che il regista ha incontrato durante un corso di scrittura creativa. In occasione della presentazione della pellicola, Donatella Finocchiaro ha raccontato come alcune delle realtà presenti nel film siano del tutto vere come quella, tutta italiana, di dovere pagare il pizzo: “Mio padre Antonino, gestore di un’azienda di tovaglioli di carta e moduli continui ha tentato di non pagarlo, ma una decina di anni fa gli hanno fatto saltare la fabbrica”, ha rivelato sulle pagine de Il Giornale.



IL PADRE DI DONATELLA FINOCCHIARO CONTRO IL PIZZO

Donatella Finocchiaro ha ricordato la tenacia del padre anche in occasione dell’uscita del film “Beate”, opera prima di Samad Zarmandili. Nella pellicola, che racconta una storia di riscatto, l’attrice catanese interpreta la grintosa Armida. Intervistata da Io donna, la Finocchiaro ha rivelato di essersi ispirata al padre imprenditore per questo ruolo: “Mi ha influenzato il suo piglio. Mio padre si è fatto da solo. Trent’anni fa ha costruito una fabbrica in Sicilia, dove la condizione lavorativa è da sempre più difficile, rimboccandosi le maniche tutti i giorni per andare avanti”. Donatella Finocchiaro è molto orgogliosa di aver preso parte al film “Io, una giudice popolare al maxiprocesso”: “È proprio questa la bellezza della fiction, il punto di vista di una persona normale che all’improvviso viene investita da una responsabilità civile importante… Una storia che fa vedere che un cittadino può cambiare la storia”, ha detto a Repubblica.

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