Antonio Albanese, ai microfoni di “Domenica In”, trasmissione di Rai Uno condotta da Mara Venier, ha parlato delle sue origini artistiche: “Ho cominciato a fare l’attore dopo avere visto uno spettacolo teatrale a Milano. Mi sembrava quasi impossibile per un giovane di provincia riuscire a coronare tale sogno. Poi, ho avuto la fortuna di incontrare amici perbene, che mi hanno trasmesso valori importanti, e ho fatto l’Accademia d’Arte drammatica a Milano. Dopodiché, conoscendo i miei limiti, ho cercato di smussarli. Non nascondo di avere cominciato con la comicità perché avevo bisogno di mantenermi economicamente: quella è stata la prima occasione per conoscere veramente il mio corpo e i miei talenti”.
Antonio Albanese ha aggiunto che “noi attori abbiamo la fortuna di non guardare sempre dalla stessa finestra, ma di frequentare tutti gli ambienti, dai più colti ai più disgraziati, in quanto quella è la realtà della vita. Io sono di origini siciliane e ho attraversato l’Italia in diagonale verso Trieste e questo è un percorso pieno di ritmi, pieno di suoni e pieno di dialetti. Frequento molto Venezia e Roma, ma vivo con gioia a Milano e vado volentieri a Bari. Milano però è la città che mi ha abbracciato e che mi ha dato la possibilità di fare questo mestiere”.
ANTONIO ALBANESE: “SONO UN UOMO MOLTO FELICE”
Antonio Albanese ai personaggi che ha interpretato è profondamente legato da un punto di vista sentimentale (“Li proteggo, sono tutte mie maschere, mie composizioni”) e nella vita di tutti i giorni è “un uomo molto felice, in quanto amo il lavoro che faccio e le persone che mi coccolano, mi circondano e mi sopportano. Ho lavorato duramente, qualche sacrificio l’abbiamo fatto, ma quando ami così tanto il tuo lavoro e riesci a trasmettere un sorriso, non c’è niente di meglio”.
Infine, Antonio Albanese ha presentato il suo nuovo film “Grazie ragazzi”, diretto da Paolo Milani, regista e marito di Paola Cortellesi. La storia è quella di un attore che diventa insegnante di un laboratorio teatrale all’interno di un istituto penitenziario.