Antonio Allocca è ricordato da buona parte del pubblico italiano come il professore di italiano de “I ragazzi della 3C”, la serie cult degli anni ’80 diventa un vero e proprio fenomeno di costume. “Sacchi, tre!” è una delle sue frasi tormentone ripetuta ancora oggi da alcuni nostalgici della serie televisiva che raccontava le vicende scolastiche e sentimentali di un gruppo di studenti di una classe del liceo immaginario Giacomo Leopardi di Roma. Una carriera ricca di successi quella di Antonio Allocca scomparso all’età di 76 anni il 31 dicembre del 2013 che si è fatto conoscere ed apprezzare come attore e caratterista recitando in tantissimi film di successo: da “Così parlò Bellavista” fino a “L’Albergo del Libero scambio”. Classe 1937, Allocca è nato a Portici e durante la sua carriera si è diviso tra cinema, teatro e televisione condividendo il palcoscenico con i più grandi: da Nino Taranto a Ugo Tognazzi, da Paolo Villaggio a Renato Pozzetto, da Nanni Loy a Luciano De Crescenzo. Debutta nel 1974 nel film “Farfallon” di Riccardo Pazzaglia dando il via alla sua prolifica carriera che lo porta a recitare in tantissimi film e a collaborare con il grandissimo Eduardo De Filippo. Uno dei ruoli che ha segnato la sua carriera però è senza alcun dubbio quello del Prof. d’Italiano della serie “I ragazzi della 3°C” trasmessa dal 1987 al 1989.
Antonio Allocca, causa morte
Durante una delle sue ultime interviste Antonio Allocca parlando proprio del ruolo del prof di italiano disse: “colgo l’occasione per ringraziare tutti i fan appassionati de “I ragazzi della 3c”, per la stima che hanno di me, umile artigiano del cinema, televisione e principalmente teatro. L’effetto che mi fa nel rivedere le puntate è una grande nostalgia e un rammarico infinito. Gli ultimi anni di questo decennio sono stati e sono per me indelebili”. Nonostante il successo della serie, Allocca non si sentiva mai arrivato: “non ho raggiunto la gloria né allora, né oggi; sono ancora uno dei tanti che lottano per conservarsi “un posto al sole”, mentre sul rapporto con gli altri protagonisti rivelò: “il rapporto con gli altri protagonisti, ma anche con i tecnici, operatori, ecc., era di una stima e cordialità reciproca”. Questo ha permesso al mitico prof di restare in rapporto con alcuni di loro: “nei primi anni ci telefonavamo, ma poi col passare degli anni l’amicizia si e’ assopita, anche se sono certo che il giorno in cui c’incontreremo, sarà come l’ultimo in cui ci siamo visti”. Oltre al successo della serie, un momento che gli è rimasto nel cuore è stato senza alcun dubbio quando ha ricevuto il premio “De Curtis”: ” è stato per me una tappa, non l’arrivo; spero che gli altri in avvenire se ne ricordino per darmi un “Donatello” alla carriera!”. Purtroppo all’età di 76 anni l’attore è morto nella sua casa di Marcianise malato da tempo del morbo di Alzheimer.