Ergastolo per Enrico La Salvia per l’omicidio di Antonio Bottone, 20enne colpito a morte per errore durante un agguato avvenuto a Napoli il 6 novembre 2016. La Corte d’Assise d’Appello di Napoli lo ha condannato, ribaltando la sentenza di assoluzione in primo grado. Se il gup Anna Tirone della 17esima sezione aveva assolto La Salvia il 16 luglio 2021 per non avere commesso il fatto, i giudici di secondo grado invece lo hanno ritenuto pienamente colpevole.
L’unica “colpa” di Antonio Bottone, invece, è stata quella di essere amico di Daniele Pandolfi, vero obiettivo dell’agguato, rimasto ferito nel raid a Napoli. Questi è ritenuto legato alla famiglia malavitosa dei Vastarella, invece Enrico La Salvia per la Dda appartiene al clan Sequino del Rione Sanità di Napoli. La vittima, raggiunta alla testa da un colpo di pistola calibro 7,65, stava tenendo in braccio una bambina con cui stava giocando.
ANTONIO BOTTONE, LA REAZIONE DELLA FAMIGLIA DOPO L’ERGASTOLO AL KILLER
L’agguato, scattato ai Colli Aminei e maturato nell’ambito di una faida tra i due clan, venne portato a termine anche se davanti al negozio ci fossero anche dei bambini, come appunto quella che teneva in braccio Antonio Bottone. L’amico di quest’ultimo, Daniele Pandolfi, diventato poi collaboratore di giustizia, come riportato dall’Ansa, rese dichiarazioni che il giudice inizialmente classificò come inaffidabili. «Giustizia è fatta. La mia sofferenza è stata ed è enorme. Sono passati sei anni dal giorno in cui mi si è aperta questa ferita, che non si rimarginerà mai per nessuna sentenza può restituirci Antonio», il commento di Luigi Bottone, padre della vittima, riportato dall’agenzia di stampa. Dopo la sentenza ha parlato anche la madre della vittima, Patrizia Polito: «Io quel giovane che ha sparato l’ho perdonato. Vorrei abbracciare la madre di chi ha sparato: comprendo il suo dolore». Le due sorelle di Antonio Bottone, Barbara e Vincenza, hanno espresso soddisfazione per la condanna all’ergastolo di Enrico La Salvia.