Molto amato dai tifosi uomini, ma anche dalle donne che, durante il boom della sua carriera, hanno inondato Cabrini di reggiseni e lettere varie. “Non mi sarei mai aspettato di essere riconosciuto e quindi mi sono trovato a confrontarmi con una parte del tifo che, in quel momento, stava diventando femminile. Una volta, a Campobasso, sono arrivato nella hall di un albergo dove mi sono ritrovato con lettere, catenine e reggiseni. Ancora adesso ho 4/5 sacchi pieni di lettere che non ho ancora aperto”, racconta l’ex calciatore. L’ultimo cassetto è dedicato al nipotino Leonardo: “è nato ad aprile. Ho detto a mia figlia che il primo regalo che gli farò saranno le scarpe da calcio perché voglio che impari”, spiega Cabrini che è padre di due figli, una femmina e un maschio che gioca solo per divertimento con gli amici. “E’ strano vedermi nonno. Ho detto a mia figlia che quando comincerà a parlare non dovrà chiamarmi nonno”, conclude (aggiornamento di Stella Dibenedetto).

ANTONIO CABRINI, RETROSCENA SUL RIGORE SBAGLIATO AI MONDIALI 1982

Antonio Cabrini, campione del mondo 1982, si racconta ai microfoni di Vieni da me. Aprendo i cassetti della sua vita con Caterina Balivo, partendo dai Mondiali e da quel rigore sbagliato dal bell’Antonio di cui erano innamorate tutte le ragazze italiane, l’ex calciatore dà il via ad un incredibile viaggio nei ricordi. “Sono stato comunque fortunato nonostante abbia sbagliato il rigore perchè c’ero. La colpa, però, è di Paolo perchè quando arrivo al termine, prima di lanciare, mi passa dietro Paolo (Rossi ndr), ad un metro e mi dice ‘te la senti?’. Lui stava vincendo la classifica dei cannonieri e quindi se calciava lui poteva incremantare”, ricorda Cabrini. A tirargli su il morale fu Bearzot che, negli spogliatoi, lo incitò a dare il massimo. “Mi disse: Antonio forse non hai capito cosa facciamo. Con il tuo rigore sbagliato, noi questo Mondiale lo vinciamo. Vai in campo e fai vedere cosa sai fare“. Cabrini, poi, svela l’esistenza di una chat su whatsapp con tutti i compagni della Nazionale. “Siamo una ventina. Non ci sono Gaetano (Scirea ndr) perchè non c’è più Zoff perchè non se la sente”, confessa Cabrini.

ANTONIO CABRINI:

Prima di diventare campione del mondo e di collezionare un successo calcistico dopo l’altro, Antonio Cabrini è stato un bambino sereno cresciuto in un ambiente agricolo. “Fino a 14 anni sono rimasto nell’azienda di mio padre e poi mi sono spostato a Cremona dove tutto è iniziato”, racconta Cabrini che è poi diventato un campione della Juventus. “Maradona era immarcabile. Fortunatamente non lo marcavo io perchè agiva in un’altra zona del campo. Siamo amici, c’è un grande rapporto umano. E’ un ragazzo incredibile, è stato quello che si è caricato addosso le problematiche della squadra e della sociatà. Era un vero leader”, spiega Cabrini. Dopo aver ricordato le telefonate che riceveva dall’avvocato Agnelli, il bell’Antonio si scioglie quando parla dell’amicizia con l’ex C.T. della Nazionale. “Prandelli? E’ l’amico del cuore perchè con lui abbiamo iniziato a 14 anni su quel prato di Cremona e abbiamo fatto la stessa trafila”, conclude.