7 anni di reclusione per Antonio Casamonica a causa dei fatti accaduti al Roxy Bar nel giorno di Pasqua dell’anno scorso: l’accusa è di lesioni e violenza privata aggravate dal metodo mafioso, oltre all’aver preso parte alla distruzione del locale della Romanina e al pestaggio di una ragazza disabile. I giudici, come sottolinea La repubblica, hanno imposto all’imputato anche un pagamento di 60 mila euro all’invalidità civile vittima dell’aggressione e altri 40 mila ai due titolari del bar per i danni ricevuti. Una somma che si va ad unire ai 20 mila euro destinati alle altre parti civili, come il barista romeno, a sua volta picchiato, e 5 mila a favore della Regione Lazio. Alla lettura della sentenza, i parenti di Casamonica hanno inveito contro i giudici: “Verognatevi, siete schifosi. Questa Italia fa schifo”, prima di essere invitati dai Carabinieri ad uscire dall’aula. Secondo la ricostruzione delle autorità, Antonio e il cugino Alfredo Di Silvio sarebbero entrati nel Roxy Bar scavalcando gli altri clienti in coda, insultando il barista e prendendo di mira Simona Rossi, la ragazza picchiata per aver risposto agli insulti dei due uomini. Durante il pestaggio, la ragazza è stata spinta con um muro, colpita con una cintura. “Se chiami la Polizia ti ammazziamo”, hanno detto i due cugini prima di darsi alla fuga. Un’aggressione che tuttavia si è ripetuta alcuni minuti più tardi, quando Di Silvio è tornato con il fratello Vincenzo e hanno credito con una bottiglia il barista.
Antonio Casamonica, i no sui fatti del Roxy Bar
Figlio del capoclan Vittorio, Antonio Casamonica ha negato subito di aver preso parte al pestaggio avvenuto al Roxy Bar. Anzi, “Sono intervenuto io a difesa della donna aggredita”, ha detto in seguito al suo arresto, di fronte al Gip che lo ha ascoltato nel maggio dell’anno scorso. “Si vede chiaramente che lui interviene in maniera evidente e molto energica in difesa della signora aggredita, quindi mi rimane molto difficile comprendere come possa esserci un’ordinanza di questo genere”, ha aggiunto invece il suo difensore, l’avvocato Pietro Vicentini. Come ricorda Il Tempo, il penalista ha visto invece nei giornalisti i veri colpevoli: “Casamonica è vittima di una strumentalizzazione e di un giornalismo fatto spesso e volentieri con poca serietà, mistificando spesso la realtà”. Oggi, giovedì 31 ottobre 2019, Nove trasmetterà nella sua prima serata il documentario Casamonica, le mani su Roma, dove verrà raccontata la storia del clan capitolino che ha costruito il proprio impero grazie al traffico di droga, l’usura e la violenza. Verrà ripercorso anche il momento dell’arresto di Antonio, che ha provocato l’aggressione alla troupe del programma Nemo – nessuno escluso, accorsa sul posto per documentare l’evento e presa di mira dai familiari dell’uomo, che oltre agli insulti hanno colpito la telecamera dell’operatore Giacomo Del Buono.