Antonio Cassano è stato il protagonista dell’ultima puntata del noto podcast “Passa dal BSMT” di Gianluca Gazzoli e nell’occasione si è raccontato a 360 gradi, affrontando svariati argomenti, a cominciare dall’infanzia/adolescenza e dal rapporto con il papà. Antonio Cassano ha spiegato che il padre di fatto non lo considerava (usando un’espressione più colorita), di conseguenza un giorno ha chiesto a sua madre di scegliere lui o il padre e alla fine “ha scelto me”, precisando che questa vicenda Fantantonio non l’aveva mai raccontata a nessuno: “Non ho mai avuto un genitore”.



L’ultima volta che ha avuto un contatto con suo padre (morto nel 2010) è stato nel 1999, il giorno dopo lo storico gol contro l’Inter, quando Cassano era un giocatore del Bari, ma Fantantonio lo ha di fatto “rimbalzato”, dicendogli che i due avevano ormai preso strade diverse e da quel giorno non l’ha più rivisto, anche se comunque ad Antonio Cassano non è mai importato. Di fatto sua mamma gli ha fatto da madre e da padre, e non avendo soldi è stata costretta a chiedere aiuto “Parliamo di 25-30 anni fa”, ha aggiunto il fantasista di bari Vecchia.



ANTONIO CASSANO: “A 12 ANNI SE NON FOSSI CRESCIUTO SAREI FINITO”

E’ stata un’infanzia e un’adolescenza quindi molto complicata per l’ex calciatore: “A 12-13 anni cresci o sei finito”, aggiunge l’ex star del pallone, che fortunatamente non si è fatto attrarre dal facile denaro, arrivando ad esplodere nel mondo del pallone, ed ora, l’amore grande che prova per i figli è perchè “Non ho mai vissuto con un papà ne l’ho mai avuto”.

Si è passato quindi al capitolo calcistico, e alle numerose “cassanate” fatte dall’ex fantasista nel corso della sua carriera, ma Antonio da Bari ammette di aver commesso un solo errore, o meglio di aver vissuto un momento della sua vita che non rifarebbe, quello di mancare rispetto all’ex presidente della Sampdoria, Riccardo Garrone, che per lui è stato “come un padre” e di quell’episodio se ne pentì infatti dopo due minuti.



ANTONIO CASSANO E IL LITIGIO CON GARRONE E VIERI

In quell’occasione Cassano spinse la sedia dove il presidente sampdoriano era seduto, in quanto l’attaccante non voleva andare a ritirare il premio di miglior giocatore della stagione: fu la fine per lui in blucerchiato, visto che il contratto del giocatore venne rescisso, con tanto di causa che però venne vinta dalla società ligure.

Tutto il resto che ha fatto “lo rifarei” ammette il barese, che poi non si nasconde: “Se non avessi fatto il calciatore avrei fatto il ladro”, ma la sua speranza è che venga ricordato come “un bravo ragazzo ma un pazzo scatenato”. Chiusura con le dure parole nei confronti di Bobo Vieri, che non nomina mai direttamente, ma è comunque chiaro a a chi sono indirizzate le sue dichiarazioni quando parla del famoso podcast con Adani e Ventola: “Non voglio dargli importanza, per me è un capitolo chiuso, non lo chiamo neanche per nome”.