Dall’obbligo vaccinale alla variante Omicron, Antonio Cassone a tutto tondo ai microfoni de Il Fatto Quotidiano. Il biologo, ex direttore della sezione Malattie Infettive dell’Iss, ha stroncato la decisione del governo di imporre il vaccino obbligatorio per gli over 50, ricordando che questo prevederebbe un’approvazione formale dei farmaci e non l’autorizzazione emergenziale, nonché «una specifica legge risarcitoria per chi, nell’interesse della collettività, viene danneggiato dal vaccino».



Nel corso del suo intervento, Antonio Cassone ha spiegato che quando si arriva a proporre una vaccinazione ogni quattro mesi «vuol dire di fatto ammettere che questo vaccino non funziona, ne servono altri». Sulla strategia adottata dal governo, il biologo ha sottolineato che il rischio principale legato alla variante Omicron è che il sistema sanitario vada in crisi. Un rischio che a suo avviso «resta altissimo»



ANTONIO CASSONE: “OMICRON NON SARÀ FINE DELLA PANDEMIA”

Un altro passaggio interessante dell’intervista rilasciata da Antonio Cassone a Il Fatto è legato alle terze dosi, in particolare a proposito dei presunti ritardi nella campagna di somministrazione. L’esperto, infatti, ha affermato che la dose booster non è stata sperimentata e fondate ragioni immunologiche hanno giustificato un certo temporeggiare. Antonio Cassone ha evidenziato di sperare nell’arrivo di un vaccino che induca immunità mucosale, con una forte risposta IgA secretoria e, nel frattempo, che l’antivirale Paxcovid funzioni. E secondo il biologo Omicron non sarà la fine della pandemia: «L’estrema facilità di contagio e il minor tempo che Omicron ci mette per farci ammalare, sia pure meno gravemente, può davvero mettere in crisi i sistemi di assistenza sanitaria e comunque portare a lunghe ospedalizzazioni e, per le persone con minore resistenza all’infezione, anche alla morte».

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