Anche ieri sera, l’avvocato Celestino Gnazi, difensore di Marco Vannini, ha dovuto subire come l’intera famiglia della giovane vittima ventenne di Cerveteri quello che in tanti hanno definito un vero e proprio “affronto al dolore”. Stiamo parlando chiaramente dell’intervista rilasciata da Antonio Ciontoli a Storie Maledette, per la quale sono stati realizzati addirittura due speciali su Raitre e in prima serata che hanno fatto non poco indignare la mamma di Marco, Marina Conte. L’avvocato Gnazi, nelle serata di ieri proprio mentre andava in onda la trasmissione con Franca Leosini nel corso della quale Ciontoli padre, in lacrime, invocava il perdono dei genitori di Marco, ha commentato su Facebook: “Contrariamente ai miei propositi, sto vedendo (ma ho interrotto) “Storie Maledette”, che sta ricostruendo la “verità” basandosi sul vangelo secondo Ciontoli. Complimenti d.ssa Leosini”. L’accusa alla giornalista è tutt’altro che velata. L’intervista ad un passo dalla Cassazione è stata definita in tanti, sui social, mera spettacolarizzazione e proprio all’avvocato Gnazi hanno chiesto in massa di non arrendersi in vista del terzo ed ultimo capitolo su una delle vicende che, mai prima, aveva tenuto unita l’opinione pubblica e gran parte del mondo del giornalismo. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



PIANGE E CONFESSA: “SONO FRAGILE, STO SOFFRENDO”

«Sono fragile e vulnerabile» racconta Antonio Ciontoli nel corso della lunga intervista a Storie Maledette. Tornando sulla morte di Marco Vannini, ha spiegato: «La mia fonte di vita è il desiderio di poter stare vicino al dolore di Marina e Valerio, di partecipare al dolore della perdita di Marco. Ho preso coscienza degli errori, non ho preso coscienza di quello che sarà il mio futuro. Ricordo una petizione popolare sul mio reintegro in Forze Armate: voglio tranquillizzare le persone comuni ed i giornalisti, che questa ipotesi è chiusa in un cassetto insieme ad altri tanti traguardi che possono sembrare banali come tornare a credere in me stesso, di poter credere ancora di essere utile alla società». Prosegue Antonio Ciontoli: «Ho detto traguardi, perché per me oggi sono irraggiungibili. Intellettualmente è così lontana da me l’ipotesi di un eventuale reintegro in Forze Armate che volevo tranquillizzare tutti quelli che si sono preoccupati di questo. Come si può ben capire, la mia presa di coscienza è quella di riacquistare fiducia in me stesso, l’autostima che ho perso, cercando il più possibile di stare vicino alle persone che stanno sopravvivendo a questa immane tragedia per colpa mia. E’ così difficile, sono sentimenti troppo intimi: sono sofferenze troppo intime per dirle in tv. Questo sono oggi, una persona fragile: sono vulnerabile, ho perso qualsiasi certezza», lasciandosi andare al pianto… (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



ANTONIO CIONTOLI: “SPERO CHE I GENITORI DI MARCO VANNINI MI PERDONINO”

Il perdono dei genitori di Marco Vannini: questo quanto spera Antonio Ciontoli, intervistato da Franca Leosini a Storie Maledette. Condannato per l’omicidio del giovane di Ladispoli, Ciontoli ha affermato: «L’ambulanza è arrivata alle 00.45, alle 3.10 Marco muore. Lì il tempo per me si è fermato, sono fermo a quel maledetto 18 maggio 2015, alle ore 3.10. Il tempo, la mia vita, si è fermato a quella data e a quell’orario: la mia vita non ha più un senso, son ben consapevole di quanto male ho fatto sia a Marina e Valeria, sia anche ai miei familiari. Ho condannato anche loro a vivere una vita che non hanno scelto di vivere. Oggi il mio scopo di vita, il mio più grosso desiderio, è quello di cercare un piccolo spiraglio da parte dei genitori di Marco: comprensibilmente ci hanno chiuso tutte le porte, oggi può sembrare utopia ma spero che possano provare misericordia e perdono per me». Prosegue Antonio Ciontoli: «Questo è il mio fardello, sopravvivere a quel poco che resta della mia dignità, con la consapevolezza che so benissimo quanto può essere incommensurabile questo dolore. Forse posso anche comprendere cosa significhi perdere un figlio, ma aspetto con principio di vita la loro misericordia e il loro perdono. Sono qui. Non sarà la condanna materiale o la condanna penale a fare stare meglio le persone, sarà quella che porterò dentro vita natural durante. Io sono pronto: io oggi non riesco a vedere domani, oggi posso dire che quello che sento è quello che ho appena detto». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)

ANTONIO CIONTOLI, LA SECONDA PARTE DELL’INTERVISTA A STORIE MALEDETTE

Antonio Ciontoli a Storie Maledette: oggi verrà trasmessa su Raitre alle 21.20 la seconda e ultima parte di “Quel colpo che arriva al cuore”, lo speciale dedicato all’omicidio di Marco Vannini. La conduttrice Franca Leosini ha intervistato l’uomo che ha sparato al ragazzo, fidanzato della figlia Martina, ed è stato condannato per l’omicidio. La prima parte dell’intervista è stata oggetto di numerose critiche, quindi c’è molta attesa per la seconda parte, in onda stasera. Le lacrime di Antonio Ciontoli non hanno commosso i telespettatori, che anzi hanno evidenziato delle incongruenze. Durante l’intervista, infatti, ha dichiarato di essersi dato da solo l’ergastolo e di voler pagare fino in fondo per il dolore che ha causato, ma in realtà ha fatto ricorso alla Cassazione per provare a eliminare l’aggravante di colpa cosciente e ottenere quindi una ulteriore riduzione della pena. «Io mi vergogno di quello che ho fatto, non riesco a perdonarmi, come posso pretendere che mi perdoni la gente, l’ergastolo me lo sono dato da solo, così come lo  ho dato ai genitori di Marco», sono alcune delle parole che hanno indignato l’opinione pubblica.

ANTONIO CIONTOLI A STORIE MALEDETTE: LE POLEMICHE

Antonio Ciontoli nell’intervista a Storie Maledette ha ammesso di essere il responsabile dell’omicidio di Marco Vannini ed escluso che possa esserlo, invece, il figlio Federico. Quest’ultima è un’ipotesi che sta emergendo negli ultimi tempi a fronte dei nuovi colpi di scena sul caso. Il capofamiglia dei Ciontoli ha quindi dichiarato di aver commesso delle «stupidate» nel sottovalutare le condizioni del ragazzo e per aver ritardato i soccorsi, oltre a dare informazioni fuorvianti. Ma proprio questi sono alcuni degli aspetti che spingono l’opinione pubblica contro di lui. Quel colpo di pistola non era letale, lo è stato l’aver ritardato i soccorsi: Marco Vannini infatti poteva essere salvato. Ed è questo che Marina Conte, mamma della vittima, non perdona ai Ciontoli. «Perdono di che cosa? Deve capire che io e mio marito Valerio non lo perdoneremo mai. Lui deve capire che a noi, insieme con la sua famiglia, ha ucciso un figlio che aveva vent’anni e tanta voglia di vivere». Lo ha scritto su Facebook, ma è un concetto che aveva già ribadito a più riprese.

ANTONIO CIONTOLI: “SONO FRAGILE E NON VEDO FUTURO”

Il sottufficiale della Marina Antonio Ciontoli nell’intervista a Storie Maledette ha confermato quanto detto ai giudici, cioè che ha premuto lui il grilletto della pistola mentre Marco Vannini era in bagno. E lo avrebbe fatto per uno “scherzo” finito in tragedia. A tratti in lacrime nello studio di Franca Leosini, ha ripercorso quei momenti con la mediazione del consulente legale del programma, Marco Macchia. «All’inizio non mi ero accorto della gravità, c’era poco sangue e un piccolo buchino. Nei primi secondi sono rimasto scioccato, pensavo avesse solo un colpo nel braccio. Ho pagato la mia sicurezza». Ma Antonio Ciontoli ha rilasciato altre dichiarazioni, riguardanti il suo futuro e quello della sua famiglia. «Sono fragile e non vedo futuro. Vivo recluso in casa con mia moglie, esco la sera a fare la spesa e i miei figli sono lontani». Ma l’ex 007 ha parlato anche dell’indagine bis: «Mai conosciuto Vannicola, a Tolfa sono stato solo 10 anni fa». La Procura di Civitavecchia ha infatti aperto una nuova indagine dopo le dichiarazioni di Davide Vannicola, commerciante di Tolfa, il quale ha rivelato che l’ex comandante dei carabinieri di Ladispoli, Roberto Izzo, gli avrebbe confidato che a sparare sarebbe stato Federico Ciontoli e non suo padre Antonio.