FAMIGLIA CIONTOLI, IL CASO DELLA VILLA ALL’ASTA

Due famiglie distrutte, una per la morte del figlio, l’altra perché è finita in carcere: l’omicidio Marco Vannini viene raccontato da Delitti in famiglia, il programma in onda oggi su Rai2, a cui prenderà parte anche l’avvocato Pietro Messina, legale della famiglia condannata. Antonio Ciontoli, la moglie Maria Pezzillo e i due figli Martina e Federico si trovano, infatti, in carcere perché la Cassazione ha reso definitiva le loro condanne. Nessuno di lavoro ha attivato tempestivamente i soccorsi per permettere al 20enne di Ladispoli di salvarsi.



La speranza dei genitori di Marco Vannini è che la pena detentiva sia rieducativa per la famiglia Ciontoli, criticata per essersi scusata solo a ridosso delle sentenze. In questi giorni si è tornato a parlare di loro anche perché la casa dove è partito il colpo che si è rivelato fatale per il ragazzo andrà all’asta: una parte del risarcimento è destinata alla famiglia Vannini. In realtà, l’iter è piuttosto complesso, motivo per il quale, come riportato da Civonline, gran parte del ricavato dell’asta (si partirà da 157mila e 500 euro circa secondo Open) finirà alla banca con cui avevano un mutuo.

OMICIDIO MARCO VANNINI, COSA FANNO OGGI I CIONTOLI

Il padre di Vannini, intervenendo in vista della messa in onda di Delitti in famiglia, ha accusato la famiglia Ciontoli di essersi attivata subito dopo l’omicidio per salvaguardarsi, ma quando si è trattato di salvare il figlio non lo hanno fatto. Riguardo la nuova vita dei condannati si sa poco: le ultime notizie in merito risalgono ai giorni dopo l’ultima sentenza della Cassazione, da cui si apprese che Martina era detenuta a Rebibbia con la madre, mentre Antonio e l’altro figlio Federico al carcere Regina Coeli.

La prima, che aveva perso molto peso, avrebbe poi trovato l’amore. Ne parlava due anni fa Tgcom24, facendo riferimento a un nuovo fidanzato e alla ripresa degli studi. Recentemente, invece, sono emerse le dichiarazioni di Federico, che a La Legge per Tutti ha spiegato di aver aperto un profilo social per far valere le sue ragioni e le sue verità, nonostante questo lo abbia reso vittima di attacchi durissimi nei suoi confronti. Di fatto, nessuno della famiglia Ciontoli ha accettato la condanna per la quale sono finiti in carcere per scontare la loro pena.