Anche la trasmissione di Rai3, Chi l’ha visto, si è occupata ieri sera del caso di Antonio Ciontoli “quando ancora non era Antonio Ciontoli”, ovvero prima del delitto di Marco Vannini. Il riferimento è a quanto già emerso nel corso della trasmissione Le Iene. Su un verbale dei Carabinieri del passato, si parlerebbe di un rapporto sessuale in cambio di un passaggio. Fin qui nessun reato, ma il protagonista di questa vicenda sarebbe proprio Antonio Ciontoli. Nel giugno 2015 arriva una mail alla redazione di Chi l’ha visto nella quale si legge: “Prego informare l’avv. Gnazi che Ciontoli non è un santo. Nel 1998/2000 ha ricevuto una denuncia, che poi non so se fu ritirata, da una prostituta in via Aurelia che è stata maltrattata e derubata dallo stesso”. Il ministero della Difesa lo ha sempre considerato un militare di tutto rispetto, elogiato per le sue abilità tecniche. Eppure tre settimane dopo la morte di Marco, un anonimo spettatore del programma tenta di mettere in guardia la redazione con una accusa infamante. La mail non viene mai mostrata fino a ieri, perchè non hanno riscontri. Però Federica Sciarelli la settimana successiva lancia un appello in diretta tv rivolgendosi “alle signorine che sono sulla via Aurelia”, chiedendo se per caso lo avessero conosciuto nel 2000 circa.
ANTONIO CIONTOLI: IZZO SMENTISCE DI AVERLO CONOSCIUTO NEL 2000
In una intervista al giornale Il Dubbio, Antonio Ciontoli nel settembre 2018 accusa lo sciacallaggio mediatico tra cui anche la trasmissione Chi l’ha visto, accusandola di aver parlato – senza riscontri – di una testimonianza che avrebbe rivelato la sua presenza sull’Aurelia. Alla trasmissione, di fatto, non chiama nessuno ma l’anonimo spettatore a quanto pare non era un bugiardo, come inizialmente sospettato. Passano quattro anni dalla mail e dall’appello della Sciarelli ma la stessa storia rispunta questa volta con una registrazione nella quale si parla della presenza nella caserma di Ladispoli di un fascicolo personale Antonio Ciontoli all’interno del quale c’è una informativa che riguarda una rapina o estorsione che Ciontoli avrebbe fatto nei confronti di una “mignott*”. La voice è di Giovanni Bentivoglio, ex maresciallo della Finanza il quale sostiene, usando il condizionale, che proprio Izzo abbia fatto in modo che l’area del fatto fosse ricondotta verso la procura di Civitavecchia. Ma Izzo cercò davvero di insabbiare quella denuncia? Ai microfoni del programma di Rai3, lui spiega che nel 2000 era in servizio presso il reparto operativo in Friuli Venezia Giulia.
FU DIFESO DALL’AVVOCATO GNAZI
Nel 2000, spiega Roberto Izzo, neppure lo conosceva Antonio Ciontoli. Ma conferma che quella denuncia esiste: “L’avevo letta nel suo fascicolo”, dice. Quindi una prostituta ha davvero denunciato Antonio Ciontoli? A rispondere con una lettera sono stati gli avvocati del Ciontoli i quali parlano di “fantomatica prostituta” e del fatto che ad ogni modo “la denuncia non abbia avuto alcun seguito penalmente rilevante”. Parlano ancora di “storielle improbabili” che però come spiega la giornalista della trasmissione di Rai3 invece risulterebbe vera spiegando che Ciontoli avrebbe goduto di una veloce archiviazione e dell’oblio della notizia. A denunciare però non è una prostituta ma due ragazze straniere, come emerso dalla trasmissione Le Iene. Ciontoli si presenta ai Carabinieri e si difende spiegando di aver dato un passaggio a due ragazze di colore le quali in cambio gli offrivano un rapporto sessuale su loro stessa proposta, in seguito alla quale le stesse avrebbero poi chiesto del denaro. Lui, spiega, avrebbe consegnato solo 50 mila lire, negando di essersi presentato come un poliziotto o di aver loro mostrato il tesserino e di aver rubato dalla borsa di una delle ragazze del denaro. Ma meno di 6 mesi dopo arriva la richiesta di archiviazione. Il direttore di Etruria News, Paolo Gianlorenzo, a Chi l’ha visto ha mostrato le carte del fascicolo realmente esistito. Tra le altre verità, anche il fatto che in quella circostanza Ciontoli fu difeso dall’avvocato Gnazi, difensore oggi della famiglia Vannini. Oggi dice di non aver mai ricordato la circostanza. “Antonio Ciontoli è famoso adesso, ma se uno lo ha incrociato in passato non è obbligato a ricordare 20 anni dopo. Non posso assolutamente ricordare centinaia di persone da 20 anni a questa parte”, dice. Quell’informazione, dice, sarebbe stata utile a delineare il profilo dell’imputato.