Omicidio Marco Vannini, Antonio Ciontoli ricorre in Cassazione: secondo la famiglia, i 5 anni di reclusione sono troppi e chiedono di «ridurre la pena». Secondo i legali Andrea Miroli e Pietro Messina la sentenza d’Appello è «fortemente viziata», sostenendo di «confidare sull’annullamento». Indignazione e sgomento da parte della famiglia di Marco, con i genitori che hanno commentato ai microfoni de Il Messaggero: «È una vergogna, pensavamo che gli avvocati si appellassero in Cassazione per i tre familiari, ma non per Antonio Ciontoli. Non sappiamo più cosa dire, davvero». Queste, invece, le parole del ministro dell’Interno Matteo Salvini su Twitter: «La vita di un ragazzo di vent’anni, ucciso in maniera vigliacca, vale solo cinque anni di carcere? E gli assassini chiedono anche uno sconto… Vergogna. Questa non è ‘giustizia». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



CIONTOLI: “5 ANNI SONO TROPPI”

Omicidio di Marco Vannini, ricorso in Cassazione per Antonio Ciontoli: lo ha depositato nei giorni scorsi l’avvocato Pietro Messina. Il legale del dipendente della Marina Militare, distaccato ai servizi segreti, chiede una riduzione della pena alla Suprema Corte. La motivazione con cui l’avvocato si oppone alla sentenza di secondo grado che aveva ridotto al suo assistito la pena da 14 a 5 anni, derubricando l’omicidio da volontario a colposo, è semplice: «Sono troppi 5 anni per l’omicidio di Marco Vannini». Da un punto di vista giuridico, spiegano i difensori di Antonio Ciontoli, la condanna può essere dimezzata in caso di omicidio colposo. E quindi il padre della fidanzata del giovane morto arriverebbe a scontare appena due anni e mezzo di carcere. «Inoltre chiediamo di non riconoscere l’aggravante della colpa cosciente, oppure la prevalenza delle attenuanti generiche». Ma Antonio Ciontoli non è l’unico a presentare ricorso contro la sentenza d’Appello.



ANTONIO CIONTOLI, RICORSO IN CASSAZIONE (E COSÌ PER I FAMILIARI)

Il ricorso in Cassazione riguarda anche gli altri componenti della famiglia Ciontoli, che sono da anni sotto processo. Si tratta di Martina, la fidanzata di Marco Vannini, il fratello Federico e la mamma Maria Pezzillo. Erano tutti presenti in casa al momento della tragedia. In primo grado erano stati condannati a tre anni per omicidio colposo. E questa condanna è stata confermata anche in secondo grado. Ora la difesa chiede per loro l’assoluzione secca, la derubricazione del favoreggiamento di un familiare – che per la legge comporta comunque un’assoluzione – o in alternativa una riduzione della pena. Come riportato dal Corriere della Sera, anche l’accusa va all’attacco. Il ricorso della difesa fa seguito infatti a quello presentato dal pubblico ministero della Corte d’Assise d’appello di Roma, Vincenzo Saveriano, che aveva chiesto alla Cassazione di riconoscere l’omicidio volontario con dolo eventuale per tuta la famiglia Ciontoli.

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