Dopo la conferma delle condanne a 14 anni per lui e 9 anni per sua moglie Maria e i suoi due figli Federico e Martina, Antonio Ciontoli è stato raggiunto telefonicamente dal portale TPI per commentare la sentenza della Cassazione nel processo per la morte di Marco Vannini. Ciontoli, a colloquio con Selvaggia Lucarelli, ha dichiarato: “È una sentenza ingiusta, e non dico per quel che riguarda me di cui non mi importa, ma per i miei familiari, i miei figli e mia moglie. Loro non sono mai stati coscienti della gravità del fatto, mai. E io non volevo che Marco morisse, l’ho detto un miliardo di volte e lo dirò sempre“. Secondo l’ex militare, ad incidere pesantemente sul corso del processo è stato l’atteggiamento dei media nei confronti della vicenda: “Io penso che questa sia una giustizia sommaria, su cui ha pesato la pressione mediatica di Quarto Grado, Chi l’ha visto e Le Iene. Ricordo tra i tanti esempi che potrei fare le manipolazioni di video di intercettazioni ambientali fatte da Quarto grado, ricordo un’inviata di Chi l’ha visto che ha trovato un bossolo per terra e l’ha associato a me e testimoni inattendibili de Le Iene che hanno raccontato falsità a Giulio Golia. Giulio Golia che mi sta telefonando anche adesso, mentre parlo prima di andare in carcere, rendiamoci conto“.
ANTONIO CIONTOLI, IL MALORE DELLA MOGLIE MARY PRIMA DI ANDARE IN CARCERE
Ciontoli ha chiamato in causa anche la politica, accusandola di lucrare sul caso Vannini per guadagnare consensi: “Non ci sono stati solo i media, ma anche una forte influenza politica. Non si era mai visto che in un caso di cronaca intervenissero Matteo Salvini, l’ex ministro della giustizia Bonafede, l’ex ministro Trenta, Nicola Zingaretti, Luigi Di Maio e solo per ampliare il consenso popolare, quando le istituzioni politiche dovrebbero tenersi lontane dal lavoro della magistratura“. Il cruccio di Antonio Ciontoli sembra essere dunque la pena inflitta ai familiari: “Se mi aspettavo questa sentenza? No. Per me stesso sì, ma non per la mia famiglia. Sono tutti innocenti, vittime dei miei errori“. Proprio mentre sta parlando della reazione alla sentenza dei suoi familiari, Ciontoli deve interrompere la conversazione perché la moglie ha un malore: “Come l’hanno presa? Non bene, e non so che fare, sono tutti distrutti, non vogliono raggiungere il carcere. (si sentono delle voci in sottofondo, ndr) Scusi, ma è svenuta Mary, devo salutarla“. Un’ora più tardi Ciontoli invia un messaggio sul cellulare della Lucarelli: “Sto andando in carcere a Civitavecchia, mi venga a trovare“.