Tra le principali armi di contrasto al coronavirus, le mascherine possono risultare deleteree da un certo punto di vista. A lanciare l’allarme è stato Antonio Costanzo, responsabile dell’Unità operativa di Dermatologia all’Humanitas di Milano: i dispositivi di protezione aggravano infatti la dermatite atopica, malattia che colpisce 35 mila persone, di cui 8 mila affetti dalla forma grave della patologia. Come riportato dai colleghi di Adnkronos, Costanzo ha spiegato che su questi pazienti l’utilizzo prolungato delle mascherine – quasi sempre realizzate con materiale sintetico – comporta diverse problematiche tra le quali «rossore della pelle, prurito intenso e persistente, escoriazioni, desquamazione, lesioni cutanee a volte accompagnate da essudazione superficiale e infezioni, difficoltà relazionali».



“Utilizzo mascherine aggrava dermatite atopica”

Antonio Costanzo ha messo in risalto che le mascherine sono in grado di alterare il microambiente cutaneo – favorendo così l’infiammazione sovra infezione batterica – ma non solo: alcuni tessuti utilizzati per i dispositivi di sicurezza possono contenere degli allergeni in grado di causare la comparsa di lesioni atopiche anche sulo viso dei pazienti. A proposito degli allergeni, il dermatologo dell’Humanitas ha evidenziato: «Naturalmente evitare gli antigeni, o meglio gli allergeni verso cui si è più reattivi, è un modo di influire positivamente sulla malattia. E’ opportuno anche idratare bene la pelle, perché la barriera cutanea nella dermatite atopica non è brava a tenere lontano gli allergeni», riporta Adnkronos. E non è una malattia che va trascurata: la dermatite atopica potrebbe compromettere la qualità di vita dei pazienti, basti pensare a disturbi del sonno e aumento di sintomi di ansia e depressione.

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