Antonio D’Amico, compagno di Gianni Versace, è intervenuto a “Oggi è un altro giorno”, trasmissione di Rai Uno. Subito ha raccontato il suo incontro con lo stilista: “Ci siamo conosciuti a una cena mediante un amico comune, salutandoci normalmente a fine serata e promettendoci di risentirci. Sono quindi trascorsi alcuni mesi prima che iniziassimo a frequentarci. Noi vivevamo insieme 24 ore al giorno, facevamo tutto in simbiosi. Quel giorno tragico della sua morte mi ha spezzato la vita, ha tagliato in due la mia esistenza: una parte se n’è andata, un’altra si è sotterrata. Ho sofferto per lungo tempo, cercando di sopravvivere a questa mancanza”.



E, ancora: “Quella scena non si è mai cancellata dalla mia mente, è rimasta sempre viva. Ancora oggi, quando ci sono momenti particolari, quella immagine ritorna e ci si domanda se si sarebbe potuto fare qualcosa di diverso. Ho passato otto anni di dolore profondo. Un giorno ho ingoiato due flaconcini di Lexotan per farla finita, ma un amico carissimo, non sentendomi, ha capito cosa stava succedendo e mi ha salvato”. Oggi Antonio D’Amico ha ripreso a lavorare nel mondo della moda e ha un altro compagno da sedici anni a questa parte. (aggiornamento di Alessandro Nidi)



Antonio D’Amico insieme a Gianni Versace per 15 anni

Antonio D’Amico è stato per 15 anni il compagno di Gianni Versace, lo stilista ucciso il 15 luglio 1997 davanti alla sua casa di Miami Beach, “fino a quando me lo strapparono”, ha racconto D’Amico qualche anno fa all’Observer (il domenicale del Guardian). I due si incontrarono nel 1982 e durante la sua relazione con lo stilista, D’Amico contribuì alle creazioni della linea sportiva della Versace. “Quel giorno, quando spararono a Gianni, la mia vita fu spezzata in due”, ha racconto l’ex modello. Poi ha ricordato la mattina in cui è stato ucciso Versace: “Sentendo gli spari mi si gelò il sangue. Vidi Gianni a terra in una pozza di sangue. Poi diventò tutto nero, mi spinsero via e non vidi più niente”. Dopo la morte di Gianni , per D’Amico è iniziato un lungo periodo di solitudine e depressione, accompagnato dai dissapori con i familiari di Versace, a causa del testamento dello stilista.

Antonio D’Amico: il rapporto con i fratelli Versace

Al compagno Antonio D’Amico, Versace garantiva un assegno di 50 milioni al mese e il diritto di vivere nelle splendide case di Milano, Miami e New York. “La mia vita era a pezzi senza Gianni, non me ne importava niente dei soldi e delle case”, ha raccontato D’Amico all’Observer. L’ex modello, infatti, accettò di farsi liquidare in un’unica soluzione quanto gli spettava e niente case. Poco dopo la morte dello stilista, in un’intervista a Repubblica, D’Amico parlò del suo rapporto con Santo e Donatella Versace: “Con Santo Versace ci sentiamo. Con Donatella, la sorella, è diverso. Il rapporto che ho con lei non è né bello, né brutto, semplicemente non c’ è. Lei è una donna che vive come se dovesse combattere con il mondo intero, con me non ha feeling. Ma questo è noto da tempo”. Nella stessa occasione, D’Amico aveva ammesso di aver pensato al suicidio dopo la morte di Gianni: “Volevo spararmi, non riuscivo a convivere con quel dramma”.