Antonio De Curtis, in arte Totò: chi era e come è morto

Totò, all’anagrafe Antonio De Curtis, è stato un simbolo del teatro e dello spettacolo italiano, icona di una comicità unica che l’ha portato ad essere addirittura soprannominato “il Principe della risata“. Nato a Napoli il 15 febbraio 1898, nel corso della sua vita è stato attore, commediografo e comico, ma anche poeta e paroliere. Inoltre, grazie ai numerosi ruoli interpretati, è diventato uno dei più illustri interpreti nella storia del cinema e del teatro italiano. Simbolo della commedia dell’arte, ha spaziato in quasi 50 anni di carriera tra teatro, cinema e televisione.



Totò morì il 15 aprile del 1967 a Roma, nella sua casa di Via dei Monti Parioli all’età di 69 anni. L’attore venne stroncato da un infarto dopo una lunga agonia, tanto sofferta che lui stesso pregò i familiari e il medico curante di lasciarlo morire. Furono celebrati ben tre funerali per omaggiarlo. Il primo nella Capitale, dove morì: la cerimonia funebre si svolse presso la basilica di Sant’Eugenio. Il secondo funerale fu celebrato nella sua Napoli, mentre il terzo fu organizzato da un capoguappo del Rione Sanità (il suo quartiere).



Antonio De Curtis, perché era un Principe?

Ma per quale motivo Antonio De Curtis, o più semplicemente Totò, era un Principe? Tale soprannome non è solo riferito al ‘Principe della serata’, com’è stato sempre affettuosamente chiamato in onore della sua inconfondibile comicità: l’attore aveva a tutti gli effetti una discendenza nobiliare. Il padre era infatti Giuseppe De Curtis, marchese, che inizialmente non lo riconobbe. Il riconoscimento avvenne soltanto nel 1921.

Inoltre, nel 1933, Totò si era fatto adottare da un anziano nobiluomo napoletano (lontano parente della nonna materna dell’attore) per diventare infine il principe De Curtis.