Il “factotum” di Antonio Di Fazio parla a “Non è l’Arena” svelando che il manager arrestato per stupro perseguitava l’ex moglie. L’inviato Daniele Bonistalli lo ha incontrato all’estrema periferia nord di Milano, visto che dovrebbe conoscerlo bene, avendo lavorato per due anni a stretto contatto con Di Fazio. Diventò suo autista e poi guardia del corpo. “Io ho cominciato a lavorare per Antonio, tra parentesi Antonello, Di Fazio nel settembre del 2014. Frequentava il negozio dove lavoravo e veniva a falsificare dei documenti”. Una volta gli portò un tesserino verde, chiedendo di inserire la foto, di cambiare il colore e una lettera. “Non mi ricordo cosa fosse, c’era scritto Si… Sis…”. Quando il giornalista chiede se si trattasse del Sisde, lui conferma: “Sisde, Sisde, servizi segreti”. Inoltre, racconta un altro episodio: “Una volta per fermare una persona perché gli aveva tagliato la strada, lui è uscito di corsa dalla macchina, ha tirato fuori questo tesserino dentro un portafoglio con una borchia d’oro e si è presentato come poliziotto”.
I SOLDI E L’OSSESSIONE PER L’EX MOGLIE
Tale Marco racconta a “Non è l’Arena” che Antonio Di Fazio aveva sempre soldi in tasca: “Prelevava tutti i giorni”. Quando Daniele Bonistalli gli chiede se l’azienda andasse così bene, il factotum precisa: “Ma non c’erano aziende, perché non c’erano fatture”. Il manager gli raccontava che avevano aziende farmaceutiche, ma il padre gli disse invece che faceva semplicemente il rappresentante di un’azienda farmaceutica. Da dove arrivavano allora questi soldi? Il factotum di Di Fazio non lo sa. Quel che sa è che tormentava l’ex moglie: “Che rapporto avevano? Bruttissimo, perché la perseguitava. Cercava di trovare qualsiasi cosa per incastrarla per avere l’affidamento del figlio”. Spesso doveva accompagnarlo dall’avvocato. “Poi andava dalla maga”. Una volta gli portò un sacchetto che le aveva dato la maga per farglielo sotterrare. “Lui credeva a queste cose qua”. Si è anche ritrovato a casa loro dopo un litigio. “Me l’ha spaccato in testa”, avrebbe detto riferendosi a dei piatti rotti a terra.
Marco rivela anche che Antonio Di Fazio cercava pezzi di nastro adesivo americano e fascette, anziché preoccuparsi dei piatti rotti a terra. A tal proposito gli chiese di portar via queste cose. Quando gli chiese il motivo, il manager rispose: “Perché magari c’è il sopralluogo della Polizia”. Quando però gli chiese a cosa gli sarebbe servito quel materiale, lui si giustificò spiegando che serviva a chiudere i pacchi. Questo lo ha insospettito. Se deve descriverlo, usa queste parole: “Megalomane… Non riesco a inquadrare una testa così”. In merito all’accusa di stupro, ha precisato: “Con me non è mai successo niente di tutto questo, mai neanche visto che guardava una ragazza, mai. Se non che era ossessionato dalla moglie”.