IL RACCONTO DELL’EX GOVERNATORE FAZIO E IL RAPPORTO CON L’UE
Intervenuto con un lungo discorso alla presentazione in Lumsa dell’ultimo libro di Ivo Tarolli dedicato alla sua figura, l’ex Governatore di Bankitalia Antonio Fazio ha svelato alcuni retroscena del passato economico di questo Paese che fanno trasparire un sempre idilliaco rapporto tra Roma e Bruxelles: «siamo stati rovinati dall’Ue», ribadisce in più passaggio il protagonista del saggio di Tarolli “Antonio Fazio e i fatti italiani”. Pubblicato per intero da “La Verità”, l’intervento di Fazio arriva a togliersi qualche “sassolino” in merito ai rapporti a distanza con la Commissione Europea, il FMI e la BCE. «Noi abbiamo vissuto in perenne bradisismo da quando c’è l’euro. Gli altri no. E se guardiamo tutti gli effetti delle misure adottate per seguire i consigli della commissione europea sul bilancio italiano, il risultato è disastroso. Perché c’è un errore logico in origine: quello di tagliare e basta il disavanzo pubblico. Certo che poi lo riduci dal 3 al 2%. Ma cosa accade in contemporanea? Che riduci di un punto pure il Pil, e quindi i parametri poi non tornano nemmeno sul debito»: questo scrive Antonio Fazio e su questo poi si costruisce l’intero discorso.
Guida della Banca d’Italia tra il 1993 e il 2005, Fazio è di fatto stato l’ultimo reggente di Bankitalia con nomina “vitalizia”: racconta come prima dell’ingresso nell’Euro, l’Italia si trovò in forte difficoltà con i mercati stranieri, tanto da prendere decisioni drastiche e urgenti non sempre “conosciute” a quel tempo. «Sui mercati c’era l’idea che l’Italia stesse per fallire. Chiamai in Banca di Italia i banchieri e nella riunione dissi a tutti di comprare quei titoli italiani che avrebbero fatto un gran guadagno. E così fu. E lo dico con una ferita nel cuore, perché questo era possibile solo prima di avere perso una vera banca centrale nazionale, e averla persa è un impoverimento vero del Paese. E se ricordo la corsa a domare l’inflazione nel 1995-1996, devo dire che la credibilità e l’autorevolezza della banca centrale fu decisiva in questo», sottolinea ancora Antonio Fazio nel suo intervento pubblicato su “La Verità”.
ANTONIO FAZIO: “COSÌ SALVAI DAL FMI…”
Fazio non solo oggi ma anche allora fu molto “euroscettico” sull’ingresso nella moneta unica per le pesanti conseguenze che vi sarebbero state per l’economia così particolare del nostro Paese: quando si arrivò a discutere, agli sgoccioli dell’accordo sull’Euro, l’ex Governatore racconta così citando il suo discorso all’epoca in Parlamento, «noi entriamo nell’euro. Non ci saranno più i terremoti monetari, è vero. Ma conosceremo il bradisismo. E ogni anno andremo un po’ sotto».
Nel 1974, andando ancora più indietro nel tempo, Antonio Fazio ricorda come l’Italia fu ad un passo dal default durante la crisi petrolifera internazionale: nella trattativa “improvvisata” negli Stati Uniti assieme Carli, Ossola e Paolo Savona, Fazio ricorda l’invito-pressione del Fondo Monetario Internazionale, «“Dovete svalutare subito la lira”, ci dicono quelli del Fmi. Rispondo “Vi ricordate che in Italia c’è la scala mobile? Se svalutiamo non ne veniamo più a capo”. Ci dicono che bisogna mettere a posto subito i conti pubblici, e da lì inizia la durissima trattativa che durerà più di 15 giorni». Alla fine l’accordo viene trovato: stabilito il piano di interventi «e abbiamo la bozza di una lettera di intenti firmata che portiamo a casa. Ma arriviamo in Italia e il governo entra in crisi, e lasciamo a quello successivo il nostro piano che è stato approvato dai tecnici del Fondo monetario. Il piano aveva vincoli molto stretti, ma alla fine fu applicato e funzionò il salvataggio dell’Italia e della lira. Lo stesso Fmi lo notò tanto è che mi offrirono di fare il loro consigliere economico».