Antonio Logli perde l’ultima partita per la revisione del processo sul caso Roberta Ragusa, moglie che secondo la giustizia italiana avrebbe ucciso nel 2012 a San Giuliano Terme, in provincia di Pisa, per poi disfarsi del corpo, mai ritrovato. L’uomo sperava di vedere rivista la sua posizione in tribunale dopo il no all’istanza di revisione da parte della Corte d’appello di Genova, ma ora la vicenda giudiziaria si chiude con la conferma del rigetto da parte della Suprema Corte. La Cassazione, come reso noto poche ore fa dall’avvocato Nicodemo Gentile, presidente dell’Associazione Penelope che ha seguito il caso al fianco della famiglia Ragusa, ha respinto l’azione della difesa ed è arrivata la parola “fine”.
“Game over“, ha commentato Gentile in un post su Facebook dedicato all’ultima pagina del travagliato percorso giudiziario relativo alla scomparsa e all’omicidio di Roberta Ragusa, spiegando i termini in cui si sarebbe concretizzata la decisione degli ermellini sulla richiesta di Antonio Logli: “Oggi la Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso proposto dalla difesa di Antonio Logli avverso l’ordinanza della Corte di Appello di Genova che aveva rigettato la sua richiesta di revisione della sentenza di condanna. Non solo i giudici, ma anche gli avvocati devono parlare con le sentenze e noi abbiamo parlato. È motivo di soddisfazione professionale constatare che, ancora una volta, la Suprema Corte è stata pienamente in linea con le nostre osservazioni tecniche. Con la coscienza a posto archiviamo la vicenda giudiziaria con la consapevolezza di aver ‘mantenuto la promessa’ e di aver dato dignità alla memoria della nostra Roberta. Un grazie particolare al collega Prof. Francesco Mazza che oggi ha rappresentato in giudizio l’Associazione Penelope“.
No della Cassazione ad Antonio Logli, nessun orizzonte di revisione. Le parole della cugina di Roberta Ragusa
Il no della Cassazione al ricorso di Antonio Logli contro il rigetto della Corte d’Appello genovese alla sua istanza di revisione del processo per l’omicidio di Roberta Ragusa, come emerso nelle scorse ore, chiude così la partita con cui la difesa sperava di vedere accolta la sua richiesta. A margine della decisione della Corte d’Appello, il collegio difensivo di Antonio Logli, marito della donna condannato definitivamente a 20 anni di carcere perché ritenuto responsabile del delitto, aveva annunciato il ricorso alla Suprema Corte “per ottenere l’assegnazione a una nuova sezione della Corte di appello di Genova e avere una nuova possibilità di ridiscutere l’istanza di revisione“. Ma la recente decisione della Cassazione sarebbe intervenuta a chiudere le porte alle aspettative del detenuto.
Secondo la giustizia italiana, Antonio Logli avrebbe ucciso Roberta Ragusa la notte tra il 13 e il 14 gennaio 2012 al culmine di una lite scaturita dalla scoperta di una relazione clandestina che l’uomo intratteneva con Sara Calzolaio, poi diventata convivente dell’uomo dopo la scomparsa della donna e attualmente sua compagna. L’uomo è stato ritenuto responsabile anche della distruzione del cadavere, mai ritrovato. La soddisfazione dei parenti di Roberta Ragusa per il no della Cassazione al ricorso di Antonio Logli è sintetizzata in un breve commento della cugina della vittima, Maria Ragusa, sulla sua pagina Facebook: “Finalmente è finita! È stato un lungo percorso, abbiamo mantenuto la promessa: giustizia è stata fatta. Roberta nel cuore“.