Antonio Logli in aula in Corte d’Appello a Genova per la giornata decisiva sull’istanza di revisione del processo in cui lui e la sua difesa avrebbero investito un importante pacchetto di aspettative, complice la presunta “forza” di due testimonianze che per il team demolirebbero l’impianto della versione di Loris Gozi, supertestimone nel processo che ha condotto Logli in carcere. Il marito di Roberta Ragusa, condannato in via definitiva a 20 anni di reclusione per l’omicidio e la distruzione del cadavere della donna – scomparsa a Gello di San Giuliano Terme nel 2012 – spera di rivedere il cielo oltre le sbarre e confida in un ribaltamento della sua sorte giudiziaria. Un orizzonte che gli avvocati delle parti civili ritengono non solo remoto, ma anche inammissibile per tutta una serie di ragioni esposte dall’avvocato Nicodemo Gentile ai microfoni di Chi l’ha visto?.

Oggi è il giorno chiave per capire se davvero ad Antonio Logli verrà aperta una porta su una fase processuale straordinaria per provare a riscrivere una storia, quella della sua condanna, in cui si è sempre riconosciuto estraneo. L’avvocato Gentile ha sottolineato la posizione avversa allo scenario su cui Logli e i suoi consulenti sperano ancora: “La richiesta è legittima, ma una inutile perdita di tempo, abbiamo depositato un’ampia memoria con la quale illustriamo le ragioni per le quali riteniamo che l’istanza debba essere dichiarata pienamente inammissibile poiché manifestamente infondata“. È quanto contenuto anche nella nota congiunta che il legale ha firmato insieme alla collega Daica Rometta, rappresentanti dell’associazione per gli scomparsi “Penelope” e dei cugini di Roberta Ragusa. Secondo il pool che assiste Antonio Logli, invece, il margine di manovra per accedere all’istituto della revisione sarebbe ampio e basato su elementi nuovi e non, come sostenuto da Nicodemo Gentile, su “valutazioni e ragionamenti già ampiamente scrutinati dai giudici” e “dichiarazioni di detenuti” incapaci di intaccare e ribaltare il giudicato.

L’avvocato Nicodemo Gentile contro le speranze di revisione di Antonio Logli

I familiari di Roberta Ragusa, per voce dei loro avvocati, sostengono e ribadiscono che Antonio Logli, condannato per l’omicidio della donna scomparsa nel 2012, non abbia prove per tentare la via della revisione del processo. L’uomo, dichiarato colpevole dalla giustizia italiana e attualmente in carcere per scontare una pena a 20 anni, continua a dirsi innocente e a supportarlo ha sempre avuto dalla sua i figli, Daniele e Alessia, e la nuova compagna Sara Calzolaio. Oggi l’udienza decisiva sull’istanza presentata dalla difesa del detenuto, in aula in Corte d’Appello a Genova per apprendere quale sarà l’orientamento.

Mentre i legali di Antonio Logli continuano a portare avanti la tesi di elementi nuovi e “robusti” per dimostrare l’estraneità del loro assistito, l’avvocato Nicodemo Gentile ribadisce che le speranze di vedere il giudicato a suo carico ribaltato, o almeno sottoposto a iter di revisione, sono praticamente nulle: “Abbiamo smembrato, una per una, le presunte prove nuove – ha detto Gentile –, perché di prove nuove non c’è nulla. Sicuramente la cosa più importante (su cui punta la difesa di Antonio Logli, ndr) sono le dichiarazioni di un detenuto che si è dimostrato un baro, che fa a pugni con se stesso. Con dichiarazioni plurime e soprattutto si tratta di dichiarazioni già acquisite nel 2016 e depositate nel 2022, ma non sono idonee a rimuovere un giudicato“. Il detenuto a cui si riferisce Nicodemo Gentile è colui che, secondo la difesa di Antonio Logli, avrebbe rivelato di aver raccolto la rivelazione di Loris Gozi circa l’aver mentito sulla sua testimonianza chiave che, nel processo al marito di Roberta Ragusa, ha avuto un peso specifico importante. Secondo i legali di Logli, quella di Gozi, ritenuta in giudizio colonna granitica a carico, sarebbe quindi una “falsa testimonianza”.