“Non vedo l’ora di essere a dopo la sentenza, così mi levo questo peso dalla testa”. Sono le parole pronunciate da Antonio Logli alcune ore prima del verdetto con cui la Corte di Cassazione lo ha condannato lo scorso 10 luglio a 20 anni di carcere con l’accusa di aver ucciso la moglie Roberta Ragusa. In un servizio mandato in onda ieri sera da “Quarto Grado”, la trasmissione di Rete 4 condotta da Gianluigi Nuzzi, Logli col sorriso – ignaro di quella che sarà la sentenza – sostiene sicuro: “Se anche va male mi possono togliere tutto ma Dio no. Si dice che Dio vede e provvede. E mi sta dando tutto l’appoggio di cui ho bisogno”. Logli nel filmato ammette: “Non ho paura. Sono preoccupato per i miei figli, quello sì. Se anche andassero male le cose combatterò fino all’ultimo per far uscire la verità”. Una pausa, e poi: “Io quella sera non sono mai uscito”.
ANTONIO LOGLI:”GLI UNICI SCONTRI TRA ME E ROBERTA ERANO SUI FIGLI”
Logli spiega sempre col sorriso sulle labbra:”L’unica bugia che ho detto è stata su Sara: per il resto ho detto per filo e per segno quello che mi hanno chiesto (gli inquirenti, ndr). Ho temuto per Sara, ero preoccupato per lei, avevo paura che la sua famiglia si potesse arrabbiare con lei quindi non volevo che si sapesse. Dicono che ho fatto fuori Roberta per questo? Ma che problema c’era? Se c’hai un’altra hai mica bisogno d’ammazzare…però io ero proprio preoccupato per lei, infatti nel momento in cui mi ha detto ‘guarda io voglio che tu lo dica’, il giorno dopo sono andato e l’ho detto”. Ma dopo la sentenza Logli passa in rassegna la sua vita, anche insieme a Roberta:”Gli unici scontri che abbiamo avuto erano sui ragazzi, sulla scuola. Poi una volta trovai la bimba con un Gameboy, io ero contrario. Le chiesi dove l’aveva preso e lei mi disse: “Me l’ha preso la mamma ma ha detto: ‘Il babbo non deve saperne nulla’”. Io non ero d’accordo su questo modo di fare, ma lei faceva sempre così. Faceva sempre le cose di nascosto”. Clicca qui per il video completo delle ultime ore di libertà di Antonio Logli da “Quarto Grado”.