Previste nuove risorse in caso dinuovo aumento di contagi

: così Antonio Misiani interpellato da Repubblica. Il viceministro dell’Economia ha analizzato i due decreti Ristori varati nelle ultime due settimane, ma non ha escluso nuovi interventi già nel corso dei prossimi giorni, soprattutto in caso di ulteriori misure restrittive. La legge di Bilancio arriverà in Parlamento già questa settimana e una parte delle risorse verrà impiegata per l’emergenza, mentre l’altra parte verrà utilizzata per progetti e riforme per lo sviluppo sostenibile.



«Se sarà necessario chiedere ulteriori risorse per la legge di Bilancio, lo verificheremo nelle prossime settimane in relazione all’evoluzione della situazione epidemiologica e delle misure restrittive», il giudizio dell’esponente dem, che si è poi soffermato sul Mes: «Nessuna opzione può essere scartata a priori, in tempi così difficili. La linea di credito sanitaria del Mes è uno strumento potenzialmente utile e conveniente. Ciò detto, è un prestito, non un contributo a fondo perduto. Il suo utilizzo va valutato in relazione al fabbisogno di cassa, valutandone i pro e i contro a confronto con le alternative a disposizione del governo».



ANTONIO MISIANI: “LE RISORSE CI SONO”

Nel lungo dialogo con Repubblica, Antonio Misiani ha messo in risalto che i ristori previsti dai decreti sono organizzati in stretta correlazione con le misure restrittive ed è previsto un passaggio in più per chi non aveva ricevuto il contributo a fondo perduto nei mesi passati. Nonostante ciò, il meccanismo sarà rapido ed entro le prossime 24 ore arriveranno «i primi 211 mila bonifici del decreto Ristori Uno». Le risorse ci saranno anche per categorie e partite Iva che fanno parte delle regioni che potrebbero passare dal giallo al rosso: «Abbiamo stanziato 340 milioni nel 2020 e 70 nel 2021 per eventuali riclassificazioni delle regioni. A questi stanziamenti si aggiungono i 50 milioni nel 2020 già previsti per aggiungere eventuali altri codici Ateco e i 280 milioni nel 2021 per gli operatori nei centri commerciali e quelli delle produzioni industriali del comparto alimentari e bevande, per i quali prevediamo un meccanismo di ristoro su domanda».