Il sondaggista Antonio Noto, in una intervista a Il Mattino, ha fatto il punto sul duello tra la Premier Giorgia Meloni e l’esponente dell’opposizione Elly Schlein in vista delle Europee. “La verità è che negli ultimi anni, parallelamente con l’esplosione dei social nella comunicazione politica, sono progressivamente spariti i confronti diretti tra i leader. Neppure alle ultime Politiche abbiamo assistito a un evento simile. In questo caso l’unico vero elemento di novità è rappresentato dal fatto che sono due donne, per altro dai profili molto diversi ma non vedo grande appeal”, ha chiarito.



Il motivo è anche da ricercare nel contesto elettorale. “Dal punto di vista strettamente politico l’eventuale faccia a faccia non sarà pregnante dal momento che alle prossime Europee si voterà con il sistema proporzionale in cui ogni partito correrà autonomamente con il proprio simbolo. Non ci sarà una contrapposizione netta, l’elettorato non sarà chiamato a schierarsi, a dividersi in precise scelte di campo, o di qua o di là. E, pertanto, anche il livello di coinvolgimento emotivo, la leva della contrapposizione culturale, della radicalizzazione del cosiddetto voto di opinione, verranno meno”, queste le previsioni dell’esperto.



Antonio Noto: “Meloni-Schlein? Confronto diretto senza appeal”. Il parere del sondaggista

Un confronto diretto tra Giorgia Meloni ed Elly Schlein, se non sulla carta, potrebbe comunque esserci a livello mediatico. Il sondaggista Antonio Noto fa fatica però a immaginare chi potrebbe vincere. “La regola generale vuole che si avvantaggi chi insegue, chi parte oggettivamente indietro e chi, come nel caso della segretaria del Pd, è nuova nel suo ruolo, non ha e non ha avuto responsabilità di governo. Ma poi vanno considerati altri fattori, nulla è scontato. E Meloni ha sempre dimostrato di essere molto capace”, ha sottolineato.



È da considerare, inoltre, che se ci si vuole rifare al dibattito all’americana, non si può escludere altri candidati. “Il faccia a faccia Meloni-Schlein, se e quando si farà, non potrà contare sulla forza propulsiva delle coalizioni. Meloni è leader di un’area politico-culturale più definita e compatta. Oggi guida un partito che sta intorno al 30%: è molto ma non è una coalizione. Non altrettanto si può dire per Schlein: guida un partito del 19%, una forza politica importante ma che oggi i sondaggi danno comunque tallonata dal M5s. Allora anche Giuseppe Conte potrebbe dire: perché loro due fanno il faccia a faccia e il M5s no?”.