Antonio Patuelli, presidente di Abi, l’Associazione Bancaria Italiana, ha rilasciato un’intervista per il Messaggero, nella quale ha riflettuto sulle mosse recenti della BCE e sul loro effetto sull’economia reale. Infatti, nella giornata di giovedì la Banca centrale ha inasprito ulteriormente la politica fiscale, aumentando il costo del denaro al 4,25% (il numero più alto dall’adozione dell’euro) e azzerando la remunerazione della riserva obbligatoria degli Stati membri.
Entrambe queste decisioni, secondo Antonio Patuelli, confermerebbero le preoccupazioni di Confindustria “su un rallentamento dell’economia“. Spiega, infatti, che il Pil “è in rallentamento da tempo”, specialmente dopo la spinta che ha avuto in seguito alla pandemia. Contestualmente, però, per il presidente Abi è altrettanto evidente che “l’inflazione è in discesa, così come i prezzi del gas”. Complessivamente, Antonio Patuelle ritiene che se la BCE continuasse con questa linea dura “rischia di rallentare l’economia, rendendo il credito più scarso e caro” attraverso “la crescita dei tassi e la stretta sulla liquidità”, due problemi ampiamente temuti e criticati dal mondo produttivo e da quello bancario.
Antonio Patuelli: “In Italia rischiamo incrementi del Pil sotto l’1%”
Parlando di recessione, Antonio Patuelli non crede particolarmente al rischio che l’Italia finisca in quel baratro, ma di contro sostiene “il rischio di tornare ad incrementi (del Pil, ndr.) da zero virgola. Incrementi minimi, di scarso rilievo e preoccupanti”. Infatti, secondo lui è già evidente il rallentamento dell’industria, ed anche se ora si può contare sulla spinta del turismo, non è detto che a fine estate la situazione reggerà.
“Credo”, spiega Antonio Patuelli, “sia necessario accelerare il passo sulla riforma fiscale, facendo in modo che il comparto dell’edilizia riprenda slancio”. Ritiene, infatti, fondamentale che vengono attuati gli incentivi per le case green, ma anche per la transizione energetica e che dovrebbero “arrivare subito proprio per rilanciare la crescita”. Tornando, in chiusura, sulla Banca centrale europea, Antonio Patuelli ritiene importante considerare il 2% dei tassi un obiettivo, e che contestualmente “si valuti la tendenza alla riduzione” per evitare le estremizzazioni che finirebbero “per frenare la ripresa“.