Antonio Rossi, campione di canoa, in una intervista al Corriere della Sera, ha ricordato l’infarto avuto nel corso di una gara di corsa nel 2021. Non era il suo sport di riferimento, bensì era in sella per la Granfondo Pinarello a Conegliano. Non avrebbe mai immaginato ciò che sarebbe accaduto. Anche quando ha iniziato ad accusare i primi sintomi, non capì subito la gravità della situazione: “Mi seccava dire che non stavo bene. Mollare una gara? Io?”.
È così che fece finta di avere bucato e si fermò. “Non volevo farmi superare, inoltre non mi sembrava giusto creare preoccupazioni a Fausto Pinarello, che per un malore aveva perso il fratello. Ripetevo: mi riprendo, sto qui sul muretto, non è niente. Invece non passava. Avevo fatto una salita e sentivo la nausea, ipotizzavo fosse una congestione, è arrivato il formicolio. Intanto mi sfrecciavano davanti gli altri: tutto bene? Sì, bene”. Quando arrivo il pronto intervento, tuttavia, fu subito chiaro che c’era qualcosa che non andava. “Dopo che è arrivato il cambio della gomma, con lo scooter su cui non sono riuscito a salire, è partita l’allerta. Test sul posto e verdetto: non ti muovi, stai avendo un infarto”.
La vita di Antonio Rossi dopo l’infarto
Antonio Rossi in quella occasione ha rischiato grosso. “In quel momento non stavo pensando che sarei potuto morire. In seguito un amico medico ha detto che mi era andata bene: il trombo – di quello si trattava – avrebbe potuto arrivare alla testa”, ha raccontato. Per fortuna è andata diversamente, anche se la sua vita da quel momento è cambiata radicalmente. L’allerta infatti rimane, insieme alla paura che possa ricapitare.
“Prima mi sentivo indistruttibile, non temevo allenamenti duri. Adesso mi scatta il panico se mi taglio e vedo il sangue che non si ferma per via degli anticoagulanti. Le medicine le prendo ancora, sono passati quasi tre anni, sto bene ma ho cambiato approccio: so che basta un attimo per cancellare tutto, perché il fisico ti molli”, ha concluso.