Antonio Sibilia, storico presidente dell’Avellino arrivato in Serie B e A, nella sua veste di dirigente sportivo ha segnato un’epoca importante del calcio tra il 1970 e il 2000, anno in cui avrebbe lasciato il vertice della squadra. Nella sua vita la passione per lo sport e un episodio che si intreccia con il nome di Raffaele Cutolo, alias ‘O professore, boss di Ottaviano fondatore della Nuova camorra organizzata. Una vicenda che avrebbe fatto molto discutere dopo le rivelazioni del giornalista Luigi Necco di 90° minuto, gambizzato a seguito del racconto fatto su un incontro tra Antonio Sibilia e il boss di camorra dopo l’ingresso del brasiliano Juary nella rosa dei giocatori.
Antonio Sibilia è diventato un volto noto del calcio come regista dal grande intuito e dal fiuto raffinato per i nuovi talenti. Ma sarebbe finito anche sotto la lente della Magistratura, processato a metà degli anni ‘80, riporta Il Fatto Quotidiano, per associazione a delinquere di stampo mafioso e infine assolto. Antonio Sibilia è morto all’età di 93 anni, nel 2014, dopo aver impresso il suo nome nel mondo del calcio con firma indelebile.
Chi era Antonio Sibilia, l’Avellino e Raffaele Cutolo
Antonio Sibilia, imprenditore e dirigente sportivo irpino originario di Mercogliano, è nato nel 1920 ed è morto alle soglie dei 94 anni, nel 2014, dopo aver segnato parte della grande storia dell’Avellino nel calcio anni ’80. Per anni ai vertici della stessa squadra, ha ricoperto il ruolo di presidente per 3 volte: la prima dall’ottobre 1970 al giugno 1975, la seconda dal 1982 al 1983 e l’ultima dal 1995 al 2000, anno in cui avrebbe lasciato definitivamente la carica.
Nei primi anni ’80, Antonio Sibilia sarebbe finito al centro di una vicenda dai riflessi giudiziari ampiamente discussa sulle cronache per via della sua amicizia con Raffaele Cutolo, capo della Nuova camorra organizzata (Nco) e boss tra i più famigerati della storia. Il giornalista Luigi Necco, volto noto di 90° minuto che allora raccontava le imprese della squadra di Sibilia in tv, aveva parlato di un incontro tra il presidente del club irpino e ‘O professore in occasione dell’arrivo del calciatore brasiliano Juary nella squadra. Secondo quanto narrato da Necco, la cui storia è protagonista di Cose Nostre su Rai 1 e che per quelle dichiarazioni sarebbe stato vittima di un attentato di camorra nel 1981, Antonio Sibilia avrebbe fatto visita a Raffaele Cutolo durante l’udienza di un processo a carico del boss a Napoli. Il giornalista avrebbe riferito di 3 baci del presidente sulle guance del capo di Nco e di un omaggio, una medaglia d’oro, consegnata al boss per mano del calciatore Juary. Per quella storia, Necco sarebbe stato gambizzato dalla camorra.
Anni dopo, ai microfoni di Irpinia News, lo stesso Juary avrebbe confermato l’incontro con Raffaele Cutolo sostenendo di non sapere chi fosse e di essere ignaro di tutto fino all’ultimo. Sibilia, secondo il racconto del brasiliano, nel 1980 avrebbe ordinato all’allora giocatore dell’Avellino di rendersi disponibile per uno spostamento senza informarlo della destinazione né del motivo dietro la “trasferta” e, il giorno seguente, entrambi sarebbero andati a trovare Cutolo. Nell’intervista rilasciata alla stessa testata, Juary avrebbe però categoricamente smentito l’episodio della medaglia raccontato da Necco: “Io la medaglia non l’ho mai vista”.