E’ morto Antonio Spadaccino: il giornalista del Corriere del Veneto aveva 60 anni ed era caporedattore della testata lavorava fin dalla fondazione, nel 2002, collaborando anche per l’agenzia Ansa. Malato da tempo, lascia una figlia e una moglie, con i colleghi che hanno ricordato la sua grande competenza in ambito sportivo e calcistico. Spadaccino infatti era un grande appassionato e un fine scrittore di calcio e aveva seguito con particolare attenzione l’avventura del Chievo Verona negli anni in cui il club scaligero è stato protagonista in Serie A. Antonio Spadaccino era infatti originario proprio del quartiere di Verona dal quale la squadra è partita nella sua scalata dai dilettanti alla massima serie e l’Europa, sostituendo per molte stagioni l’Hellas come prima squadra di Verona nella piramide calcistica italiana.
ADDIO AD ANTONIO SPADACCINO, SCOPRI’ IL CASO-ERIBERTO
La sua vicinanza al Chievo non gli impedì però di far venire a galla uno dei maggiori scoop calcistici dei primi anni 2000, la scoperta della vera identità di Eriberto, il calciatore brasiliano protagonista della prima storica stagione del club clivense in Serie A con Gigi Delneri in panchina. Eriberto aveva di fatto ritoccato la carta d’identità al suo arrivo in Italia: si chiamava in realtà Luciano Siquieira de Oloiveira, e al momento del suo approdo al Chievo e precedentemente al Bologna non aveva 23 anni, ma 26. Luciano ha comunque continuato a giocare nel Chievo. Spadaccino oltre al calcio e allo sport si è occupato comunque anche di cronaca e politica, dimostrando grande versatilità e abbinando un’estrema ironia e una grande intelligenza al suo amore per il giornalismo.