Manduria, il Tribunale del Riesame sta per esprimersi sui due maggiorenni coinvolti nella morte di Antonio Stano, risalente al 23 aprile 2019. C’è attesa per la sentenza: verrà stabilito se farli rimanere in carcere o scarcerarli con i domiciliari come chiesto dalla difesa. L’inchiesta prosegue e si attendono i risultati dell’autopsia che potrebbe cambiare il quadro dell’accusa. Lunedì potrebbe essere il giorno della sentenza, ma il giudice potrebbe anche anticipare la data. Come riporta La vita in diretta, sono stati segnalati altri episodi di bullismo del passato, anche non sembra esserci connessione con il caso degli “Orfanelli”. Antonio Spadavecchia, 22enne, è uno dei due maggiorenni coinvolti, ecco le parole dell’avvocato: «E’ un po’ un fenomeno del branco, è stato trascinato dal gruppo e da qualche altro indagato che si faceva promotore di queste iniziative. E’ emerso che ha confermato di aver partecipato in un’occasione, non faceva parte del gruppo degli Orfanelli. Come passa le sue giornate in carcere? Non si è integrato anche per il tipo di contestazioni, rifiuta anche le ore di aria: sta 24 ore su 24 chiuso in cella». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



DUE RAGAZZE NELLA BABY GANG?

Proseguono gli aggiornamenti sulla vicenda che nelle scorse settimane ha lasciato l’intero Paese sotto choc, ovvero la morte di Antonio Stano, pensionato 66enne di Manduria vittima dei bulli. Nella baby gang sulla quale sono ancora in corso le indagini, secondo le ultime indiscrezioni ci sarebbero anche due ragazze. Era stata la trasmissione Chi l’ha visto, che stasera torna ad occuparsi del caso, a notare la scorsa settimana alcuni particolari da uno dei tanti video che immortalavano le incursioni del branco in casa della vittima. Sebbene i bulli avessero il viso coperto, uno in particolare, più minuto rispetto agli altri, aveva dato l’impressione di indossare stivaletti tipicamente femminili. Nelle passate ore, ad esprimersi sul drammatico avvenimento che ha sconvolto la comunità pugliese e non solo, è stato anche il vescovo di Taranto, Monsignor Santoro, il quale come riferisce IlTarantino.it, in occasione della festa di San Cataldo ha rivolto una riflessione sulla vicenda legata alle aggressioni di Manduria: “Lo sgomento per quel che è accaduto ci ha storditi tanto e insieme a giuste riflessioni e provvedimenti si è passati a giudizi sferzanti sulla vicina cittadina, sui suoi abitanti, quando non si può generalizzare e stigmatizzare un’intera comunità”, ha commentato. “Quanto avvenuto è il risultato estremo del disconoscimento della dignità della vita umana”, ha aggiunto, ritenendo il caso di Antonio Stano non certamente un caso unico in Italia.



CASO ANTONIO STANO, SECONDA VITTIMA DELLA BABY GANG?

La polizia di Manduria, intanto, continua ad indagare sulle aggressioni e sulle continue vessazioni a scapito di Antonio Stano, letteralmente perseguitato dalla baby gang. In contemporanea, gli agenti sono stati a chiamare su un nuovo presunto caso Stano che vede vittima Cosimo Mandurino, l’indigente manduriano anche lui finito nel mirino dei bulli, i quali gli avrebbero incendiato casa, lo scorso febbraio, al punto da aver perso i suoi tre cani nel rogo presumibilmente di natura dolosa. Nelle passate ore, spiega La Voce di Manduria online, è stato ascoltato in questura dove gli sono state mostrate le foto segnaletiche di alcuni minorenni “a rischio”, tra cui gli indagati coinvolti nell’inchiesta sulle aggressioni e le torture a danno del pensionato 66enne. Mandurino, tuttavia, non avrebbe riconosciuto nessuno dei volti mostrati. In merito invece al destino dei ragazzi arrestati per i fatti di Stano, si saprà solo nelle prossime ore  la decisione dei giudici del Tribunale del Riesame di Taranto chiamati a decidere la richiesta di revisione della misura cautelare in carcere presentata dagli avvocati dei due giovani maggiorenni. Decisione per la quale i giudici avranno cinque giorni per esporla. Coinvolto anche un adulto che però al momento resta sconosciuto. Il prossimo 20 maggio, alle 9, sarà il turno del Riesame dei sei minorenni attualmente detenuti nel carcere di Bari.

Leggi anche

Corso Teorie di genere e queer, fallito tentativo Lega di fermarlo/ Lezioni fanno bis: da Sassari a Cagliari