Antonio Tajani, Ministro degli Esteri, sulle pagine del quotidiano Libero ha parlato della delicata situazione dei visti falsi rilasciati da diverse ambasciate in accordo con quelli che sembrano essere trafficanti di esseri umani e organizzazioni criminali. Un vero e proprio scandalo che ha portato il Viminale ad aprire una serie di approfondite indagini per comprenderne la reale entità e, soprattutto, i colpevoli al fine di interrompere questo racket.



Dalle ispezioni avviate in Congo, spiega il ministro Tajani, è emerso “un quadro profondamente deteriorato di una situazione preoccupante“. Il ministro spiega, infatti, che sono stati “concessi troppi visti in maniera superficiale. C’erano pratiche con fascicoli vuoti, altre con incartamenti distrutti. Altri ancora con una serie di documenti contraffatti”, confessando che “non mi aspettavo una situazione di simile gravità”. Centrale nella lotta al racket dei visti falsi, spiega ancora Tajani, è “dotare i nostri uffici delle risorse di cui hanno bisogno”, dato che “la carenza di organico in alcune sedi è davvero preoccupante”. È il caso, spiega, “del Niger dove un colonnello dei carabinieri si è trovato a fare le veci di un ambasciatore”, oppure del “Sud America, dove il personale è ridotto al lumicino”.



Tajani: “Combatteremo il racket dei visti falsi”

Il ministro Antonio Tajani, però, andando avanti nella sua intervista ci tiene a specificare che il governo è già al lavoro su alcuni, importanti, provvedimenti. “Ho immediatamente disposto il rientro di due funzionari”, spiega, “ho ordinato la sospensione temporanea del servizio visti nazionali a Kinshasa e ho dato stringenti disposizioni a tutti gli uffici della rete al fine di rafforzare la capacità delle nostre sedi d’intercettare le richieste fraudolente”.

“Presto”, sottolinea il ministro Tajani, “ci saranno altri provvedimenti”. Attualmente, infatti, “l’obiettivo del governo è quello di contrastare ogni forma di ingresso irregolare in Italia. Vogliamo scegliere noi chi entra nel nostro Paese e non lasciare la scelta a trafficanti e reti criminali” e il prossimo passo in tal senso sarà “attuare una profonda revisione delle procedure interne e dare forza alle nostre sedi consolari”. Similmente, spiega ancora il ministro Tajani, “abbiamo chiuso un accordo con la Polizia di Stato per avere agenti all’interno delle nostre sedi diplomatiche più esposte, in modo da rafforzare i controlli sulle richieste di visti d’ingresso”.