Dall’emergenza migranti al futuro di Forza Italia, Antonio Tajani a tutto tondo ai microfoni del Corriere della Sera. Il ministro degli Esteri ha esordito parlando del dossier immigrazione, sottolineando che il problema non riguarda solo Roma. Ma c’è del lavoro da fare, in Tunisia ci sono due problemi enormi da affrontare: “Uno è quello dei finti pescherecci che partono dalla Libia e, guidati da trafficanti di uomini, arrivano a Sfax e caricano migranti. L’altro, collegato, è che per loro è difficile intervenire per la scarsità dei mezzi e degli uomini che hanno a disposizione: ci sono forze armate che fanno turni massacranti, ma non riescono a frenare il flusso”. Per questo motivo secondo Tajani va applicato e se possibile implementato il memorandum europeo che destina 100 milioni alla Tunisia per affrontare la crisi migratoria.
Il punto di Tajani
Il governo italiano sta lavorando in Europa per trovare soluzioni, mentre il Viminale è al lavoro su una più equa redistribuzione dei migranti. Altro tema rovente è l’economia, in particolare lo scontro sugli extra-profitti: “Non parlerei di scontro ma di diverse posizioni. Con la premier parlo quasi quotidianamente, non c’è un problema di stabilità di governo, ma di idee non sempre coincidenti. Per noi c’è da modificare il decreto, sui tre punti fondamentali: tutelare le banche del territorio, prevedere un prelievo una tantum e che ci sia deducibilità del contributo. Non cambiamo idea e ragioneremo su come fare”. Poi sul futuro di Forza Italia, con il movimento nei partiti che si rifanno all’area di centro. Tajani ha le idee chiare, il centro è FI: “Non ci servono altri generali, FI rappresenta il popolarismo in Italia e in Europa col Ppe, io sono vice presidente”. In Europa gli azzurri si presenteranno col proprio simbolo e con il nome di Berlusconi e il richiamo al Ppe: “Non chiederemo un abbassamento della soglia sotto il 4%. Se personalità vogliono aggiungersi anche come indipendenti possiamo parlarne, è un bene allargarsi, siamo disponibili. Ma FI resta e resterà, non diventerà un taxi per nessuno, non rinunceremo alla nostra indipendenza, al nostro nome, al nostro simbolo e alla nostra identità”.