L’Europa deve cambiare rotta sull’Africa, questo il monito di Antonio Tajani. Intervistato dalla Stampa, il ministro degli Esteri si è soffermato sulla tensione in Niger e ha ribadito che l’unica via è quella diplomatica: “Bisogna trovare una soluzione: non è ancora detto che non si trovi una strada, che non sia la guerra. L’Europa non può permettersi uno scontro armato, non dobbiamo essere visti come nuovi colonizzatori dell’Africa. Al contrario, dobbiamo creare una nuova alleanza con i Paesi africani, che non sia sfruttamento”.



Bisogna lavorare insieme ai governi africani e fare in modo che le persone possano restare nei loro Paesi, ha spiegato Tajani. Per evitare la guerra sono necessari investimenti, come previsto dal piano Mattei: “L’Italia intervenga in questo senso, attraverso iniziative della cooperazione allo sviluppo, attraverso una lotta al cambiamento climatico; investimenti nella ricerca e formazione”. La Wagner è già a Niamey, anche se non sono stati registrati coinvolgimenti nel golpe: “Certamente, la campagna di disinformazione russa è già in essere da molto tempo e continua. L’infiltrazione del Cremlino si vede anche nella folla nigerina scesa per le strade della capitale: sventola le bandiere russe, c’è una forte propaganda antifrancese e una forte strumentalizzazione da parte di Putin”.



L’analisi di Tajani

Per Tajani ci troviamo di fronte a un nuovo colonialismo russo e cinese in Africa. L’obiettivo deve essere quello di trovare soluzioni che diano benefici a tutti. Una riflessione anche sulla Tunisia, altro dossier rovente: “I soldi che si danno al governo tunisino servono anche per aiutare i tunisini. Più di così non si può fare. Serve una strategia europea per trovare nuove vie d’uscita. Altrimenti, il rischio è che la Russia si rafforzi in diversi scenari globali: uno degli obiettivi è cercare di ridurre i danni”. Una riflessione anche sulla guerra in Ucraina: “E’ molto importante il summit di pace in Arabia Saudita. Soprattutto per la presenza di Pechino. Mi auguro che la Cina possa partecipare a questo dialogo di pace. Sarò in Cina a settembre, parleremo anche di questo”.

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