Antonio Tizzani è il marito di Gianna Del Gaudio, uccisa nella loro casa di Seriate (Bergamo) la notte tra il 26 e il 27 agosto 2016 con una coltellata alla gola. L’uomo è stato processato per l’omicidio della moglie, si è sempre detto innocente e la giustizia gli ha dato ragione con una sentenza di assoluzione diventata definitiva nel 2023.



Un giorno in pretura, trasmissione di Roberta Petrelluzzi in onda su Rai 3, sabato 26 ottobre ripercorre le tappe processuali della vicenda a partire dalla 22:40. Antonio Tizzani è stato l’unico indagato e poi imputato per il delitto, il solo testimone di quella sera e da subito ha sostenuto di aver visto un uomo “incappucciato” in casa quando Gianna Del Gaudio è stata uccisa.



Il processo ad Antonio Tizzani per l’omicidio di Gianna Del Gaudio

Tizzani è finito immediatamente nel cono dei sospetti ed è stato l’unico indagato per l’omicidio di Gianna Del Gaudio. Il primo grado di giudizio, celebrato a Bergamo nel 2020, si è concluso con l’assoluzione con formula piena per non aver commesso il fatto, sentenza poi confermata nel 2022  dalla Corte d’Appello di Brescia.

Tizzani non ha ucciso la consorte, ex professoressa assassinata nel 2016 nella loro abitazione di Seriate mentre anche lui era in casa, e il delitto è rimasto irrisolto. L’assoluzione è diventata definitiva nel 2023, con la rinuncia della Procura generale di Brescia a proporre ricorso in Cassazione. La versione dell’uomo è stata ritenuta credibile dai giudici di merito e la pista del killer ignoto è stata considerata plausibile.

Antonio Tizzani definitivamente assolto, perché i giudici hanno ritenuto nullo l’esame del Dna sul cutter

I giudici hanno inoltre ritenuto nullo l’esame del Dna condotto dal Ris sul cutter considerato l’arma del delitto e sul quale, ricostruisce RaiNews, sarebbe stato isolato il profilo di Antonio Tizzani. Le motivazioni di questa valutazione delle attività di analisi svolte su quel taglierino risiedono nelle modalità con cui sarebbe stato condotto il prelievo del materiale genetico e nella gestione dello stesso test.

Il campione sarebbe stato repertato in assenza di contraddittorio (senza quindi previo coinvolgimento della difesa), e la procedura non avrebbe rispettato tutti i protocolli per scongiurare il rischio contaminazione.