Un appello al ministro della Salute, Roberto Speranza, perché venga riservato un vaccino per almeno un familiare di ogni ospite in RSA, così da combattere la solitudine degli anziani. Lo hanno rivolto le associazioni di categoria UNEBA, AGESPI, ANFFAS, ANASTE e ARIS, nella consapevolezza che il ritardo scontato dal piano vaccinale significherà un allungamento del periodo di isolamento per milioni di anziani. Franco Massi, presidente nazionale di UNEBA, organizzazione di categoria sociosanitaria, assistenziale ed educativa con più di 900 enti associati in tutta Italia, ha dichiarato al portale Sanità Informazione: “Speriamo recuperino in fretta. Ad oggi, circa il 50% del personale sanitario e degli ospiti delle RSA e RSD è stato vaccinato, ma noi abbiamo l’esigenza di completare quanto prima la somministrazione della prima dose ed avviare la fornitura della seconda nei 21 giorni prestabiliti. Solo così possiamo mettere in sicurezza i nostri anziani e disabili e sperare di uscire da questo tunnel“.
“VACCINO PER ALMENO UN FAMILIARE DEGLI ANZIANI NELLE RSA”
Il presidente UNEBA ha così spiegato il senso dell’appello che chiede al ministro Speranza di vaccinare almeno un familiare di un anziano residente in una RSA e RSD: “Con le associazioni dei gestori delle strutture abbiamo scritto al Ministero della Salute per poter introdurre tra le categorie prioritarie anche un familiare per ogni ospite di RSA e RSD vaccinato“. Franco Massi ha aggiunto: “Ora il piano prevede di vaccinare gli ospiti e gli operatori, ma c’è sempre il problema di poter garantire la presenza non solo via web dei parenti, perché sappiamo che gli ospiti delle strutture non si ammalano solo di Covid e di altre malattie, ma anche di solitudine. E siccome la gran parte di questi anziani ha problemi cognitivi, di Alzheimer o di demenza senile, è difficile spiegare loro il piano vaccinale, il Covid, l’impossibilità di abbracciare un famigliare per mesi“. Il ministro Speranza risponderà positivamente all’appello delle associazioni di categoria?