Tamara, figlia di Pietro, anziano 73enne che è stato segregato in un garage in provincia di Piacenza, è stata ospite stamane del programma di Rai Due, I Fatti Vostri: “L’avevo sentito l’ultima volta i primi di dicembre durante una videochiamata – ha raccontato – io abito al terzo piano e lui non avrebbe potuto vivere con me. Nei primi dieci anni di matrimonio con questa signora l’ho trovato molto felice, lo vedevo che stava bene, aveva questo nucleo famigliare a cui non partecipavo molto ma erano sempre assieme, poi le cose sono cambiate quando è stato operato al cuore, e quando si è svegliato era invalido”. E ancora: “Prima che lui perdesse la salute l’avevo visto molto bene, nel momento in cui si è ammalato è diventato un peso per loro”. Tamara ha spiegato che il padre negli ultimi tempi la cercava spesso: “Mi diceva che voleva venire a casa mia perchè lo trattavano male. Ho provato a portarlo a casa in un primo tempo, sono andato dal dottore che lo aveva in cura per capire cos’avesse, ma non ho pensato di denunciarli per maltrattamenti perchè non avrei mai immaginato”.



Il talk del secondo canale ha intervistato anche Vittoria, la giovane ragazza di 23 anni, vicina di casa dell’anziano, e colei che ha dato l’allarme: “Quando è arrivata la polizia lui era molto spaventato, intimorito, l’hanno visitato e poi l’hanno messo sull’ambulanza”. Vittoria ha chiamato le autorità dopo aver sentito dei rumori continui: “I primi colpi li ho sentiti durante le feste di Natale poi sono diventati sempre più ripetitivi e a febbraio anche di notte. Era come se stessero facendo dei lavoretti in garage, come se appendessero dei quadri, ma dopo un po’ abbiamo capito che non erano quadri”. La mattina della denuncia: “Oltre ai colpi ho sentito dire per tre volte ‘Aprimi’ allora ho preso il telefono ed ho chiamato la polizia”. La figlia dell’anziano di Piacenza ha aggiunto: “Io la ringrazio tantissimo Vittoria, per me è un angelo. Tutto ciò che è successo è stato inimaginabile ma è stato un film dell’orrore”. Tamara ha concluso: “Ora mi prenderò in curo mio papà, ha bisogno di cure”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



ANZIANO SEGREGATO A PIACENZA: “DISUMANIZZAZIONE, OGGETTO DI CUI SBARAZZARSI”

Si torna a parlare del caso dell’anziano rinchiuso in un container di Piacenza durante il programma di Canale 5, Mattino Cinque. Il talk condotto da Federica Paniucci è tornato ad intervestare il dottor Pellegrino, il farmacista del paese da cui si riforniva la famiglia del povero anziano. “Senza i farmaci salvavita la vita di Pietro era a rischio? Erano farmaci molto importanti e fondamentali per l’assestamento della sua patologia, una non corretta somministrazione poteva portare ad un peggioramento della sua salute, era importante la continuità e la correttezza dell’assunzione”.



E ancora: “Quando hanno smesso di acquistarli? Prima c’è stata una certa periodicità negli acquisti, acquisti anche quantitativamente rilevanti dopo di che come detto ieri le prescrizioni sono drasticamente diminuite. Considerando che l’anziano a causa della sua patologia non si vedeva in paese frequentamente, l’ipotesi che abbiamo fatto era che il signor Pietro fosse stato ricoverato in una struttura e quindi seguito da loro”.

ANZIANO SEGREGATO A PIACENZA, LA FIGLIA: “LO AMO”

Mattino 5 ha intervistato di nuovo anche la figlia del povero anziano di Piacenza: “Voglio vederlo tutti i giorni, portarlo a fare una passeggiata, mangiare assieme il pesce, fare tutto ciò che facevamo quando ero una bimba. Mi dispiace molto, forse avrei dovuto interessarmi di più ma non l’ho fatto perchè è la vita, a volte succedono cose che non si possono controllare, succedono e basta. Appena lo rivedo voglio dirgli che lo amo, lo amo sicuramente”.

Raffaello Tonon, presente in studio a Mattino 5, ha commentato: “La figlia la difenderò fino alla morte, lei non ha più potuto intervenire perchè la moglie avrà fatto del tutto affinchè i rapporti fra padre e figlia si interrompessero”. Secondo il prof Camerini: “Siamo di fronte ad un oggetto di cui sbarazzarsi, una disumanizzazione: una persona cessa di diventare persona e diventa una cosa”. Mattino5 ha intervistato anche una persona vicino alla famiglia che ha dato la sua versione dei fatti sul caso dell’anziano di Piacenza: “Dove era stato messo era più facile, la moglie voleva costruire una stanza adatta per lui. Non è mai stato rinchiuso, non dormiva lì, era messo in quel posto per lavarlo e meglio gestirlo”.