L’anziano segregato a Piacenza e salvato dalle forze dell’ordine dopo l’allarme lanciato da una vicina ora sta meglio e, dal suo letto d’ospedale, racconta frammenti di un orrore su cui ora è intervenuta un’inchiesta. 72 anni, affetto da alcuni problemi di salute, sarebbe stato costretto a vivere in un container adiacente alla sua casa, un box in lamiera angusto e senza servizi igienici, a terra un materasso e due ciotole per cani da cui mangiare. Sotto la lente investigativa è finita la seconda moglie, una donna dell’Est Europa più giovane di lui che ora risulterebbe indagata per maltrattamenti in famiglia e sequestro di persona. Arrestata pochi giorni fa, insieme al figliastro, perché sospettata di aver messo in atto gravissime condotte ai danni dell’anziano coniuge.
In passato, l’uomo aveva raccontato alla figlia di subire percosse all’interno della propria abitazione, ma quest’ultima ha dichiarato che il medico l’avrebbe rassicurata sostenendo fossero delle “paranoie” dovute a danni cerebrali da un intervento chirurgico. “In realtà non erano paranoie – ha dichiarato la donna a La vita in diretta –, lo picchiavano e anche tanto“. Oggi tra gli indagati, ma a piede libero, risulterebbe anche la suocera della vittima, madre della seconda moglie. Secondo il gip che ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare, riporta la trasmissione di Alberto Matano, l’anziano segregato a Piacenza avrebbe vissuto in “condizioni disumane“ per diverso tempo. Adesso è lui, con il suo racconto, ad arricchire di particolari agghiaccianti la ricostruzione della terribile vicenda. “Mi hanno messo lì prima di Natale“, avrebbe dichiarato il 72enne dopo essere stato salvato dalla quella “prigione domestica”.
Il racconto dell’anziano segregato a Piacenza e della figlia
Gli indagati per la vicenda dell’anziano segregato a Piacenza, che avrebbe raccontato di aver vissuto insopportabili sofferenze fino a temere per la propria incolumità, si dichiarano innocenti e sosterrebbero, secondo quanto emerso poche ore fa a La vita in diretta, di averlo semplicemente “protetto” e non maltrattato. Stando alla ricostruzione finora diffusa, il 72enne sarebbe stato costretto a mangiare cibo in scatola e avanzi, una sola volta al giorno, usando delle ciotole per cani. Secondo quanto ha raccontato dopo essere stato salvato, avrebbe subito percosse incessanti con pugni e con una scopa, e in almeno due occasioni, il 18 dicembre 2021 e il 21 ottobre 2022, la moglie lo avrebbe portato in pronto soccorso per presunte “cadute accidentali” in casa.
“Mio padre veniva picchiato e anche tanto, ora ha una botta enorme sulla coscia, una spalla lussata, lo picchiavano – ha raccontato in tv la figlia –. Non penso che alla base delle violenze ci siano i soldi, ma crudeltà perché mio padre ormai a loro non serviva più, era diventato un impiccio per loro, era da curare”. L’anziano, secondo la figlia, sarebbe stato manipolato dalla seconda moglie e per questo il rapporto con il genitore si sarebbe raffreddato, poi qualcosa sarebbe cambiato: “Quando mio padre ha cominciato a stare male, mi cercava ripetutamente (…). Quando mio padre stava ancora bene, mi aveva chiesto di firmare una rinuncia all’eredità, c’ero rimasta male, sono l’unica figlia. Mi aveva ferito e allora avevo pensato di lasciargli vivere la sua vita con la sua famiglia”.