Si chiamava Auriane Nathalie Laisne la ragazza morta nella chiesa diroccata sopra La Salle, vicino ad Aosta. Secondo la Procura sarebbe vittima di femminicidio, come riporta Ansa a margine della conferenza stampa di questa mattina sul caso. La vittima sarebbe stata identificata dai genitori nelle scorse ore, dopo il ritrovamento del corpo effettuato da alcuni escursionisti il 5 aprile. Secondo l’autopsia, condotta dal medico legale Roberto Testi, sarebbe stata colpita frontalmente con un coltello e sarebbe deceduta per dissanguamento a seguito dell’emorragia innescata dai fendenti al collo e all’addome.
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, non si sarebbe trattato di un delitto d’impeto con movente passionale, ma di un “classico femminicidio” determinato dall’idea di “possesso e di annullamento della volontà della vittima”. Lo ha dichiarato davanti ai giornalisti il procuratore capo di Aosta, Luca Ceccanti. Il soggetto individuato e fermato a Lione poche ore fa, all’esito di una ricerca su scala internazionale, sarebbe lo stesso giovane che alcuni residenti del posto avrebbero indicato in compagnia della 22enne e risulterebbe “gravemente indiziato del delitto di omicidio premeditato e aggravato“. L’omicidio, secondo la Procura di Aosta, sarebbe stato commesso tra il 26 e il 27 marzo scorsi. Determinanti per l’identificazione dell’attuale sospettato, il 21enne italo-egiziano Teima Sohaib, sarebbero state proprio le testimonianze acquisite nella primissima fase delle indagini.
Ragazza trovata morta vicino ad Aosta, il sospettato sarebbe già a processo per violenza sulla vittima
Tra poche settimane, secondo quanto riportato dall’Ansa, il giovane sospettato di aver avuto un ruolo nella morte della 22enne francese Auriane Nathalie Laisne sarebbe stato chiamato a comparire in tribunale per rispondere dell’accusa di violenza ai danni della stessa vittima nell’ambito di un processo già avviato a Grenoble, in Francia. Non si esclude che i due avessero una relazione e risultava ricercato oltralpe e in Italia dalla fine del marzo scorso per “violazione del controllo giudiziario“. Teima Sohaib, di origini egiziane e nazionalità italiana, sarebbe stato visto con la vittima proprio pochi giorni prima del ritrovamento del cadavere della ragazza mentre, a piedi, si aggiravano nella zona di La Salle, nell’area del villaggio abbandonato di Equilivaz dove si trova la chiesetta diroccata in cui è stato rinvenuto il corpo.
La vittima, Auriane Nathalie Laisne, viveva a Saint-Priest, nell’area metropolitana di Lione, e il riconoscimento ufficiale è avvenuto poche ore fa. Le procure di Aosta e Grenoble hanno aperto un’inchiesta per omicidio e dall’autopsia sarebbe emerso il quadro di un decesso per dissanguamento avvenuto a seguito di diverse coltellate. La 22enne sarebbe stata colpita al collo e all’addome, in particolare vicino alla gola dove un profondo taglio avrebbe provocato un’emorragia fatale. Sull’indiziato, secondo la Procura di Aosta, ci sarebbero “gravi indizi di premeditazione” e gli inquirenti ritengono verosimile che il delitto sia avvenuto all’interno della stessa chiesa. Chi ha ucciso Auriane Nathalie Laisne avrebbe poi “ricomposto il corpo della vittima, mettendola in una posizione fetale dormiente, con una pietra dietro la schiena per non farla rotolare sul lato“. Smentita anche da fonti investigative la presenza di un furgone rosso-bordeaux inizialmente indicato come possibile mezzo usato dall’assassino per darsi alla fuga. I due giovani si spostavano a piedi, come dichiarato a La Stampa da un testimone che avrebbe parlato con loro il 2 aprile scorso, tre giorni prima del ritrovamento del corpo. Il racconto di quest’ultimo apre però una criticità nella cronologia della vicenda in merito alla datazione del decesso: per gli inquirenti, la 22enne sarebbe stata uccisa in epoca antecedente, tra il 26 e il 27 marzo, ma il buono stato di conservazione del corpo – per via delle basse temperature del periodo – rende difficile inquadrare con maggior precisione l’evento morte. Irreperibile il telefono della vittima e nessuna traccia dell’arma del delitto.