Si chiama “novel food” e, di fatto, si traduce come “l’arte di mangiare insetti”, a cui l’Unione europea sta dedicando sempre più spazio, dopo avere acconsentito nel 2021 all’autorizzazione al commercio nel mercato unico delle larve gialle essiccate del tenebrione mugnaio (meglio note come tarme della farina). Il novero degli insetti commestibili potrebbe arricchirsi ulteriormente nei prossimi mesi, quando l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa), avente sede a Parma, si esprimerà su 13 richieste di valutazione. In realtà, 6 di queste stanno ancora attraversando una fase preliminare di verifica delle idoneità, mentre ben 7 hanno superato i controlli di dati e documenti, accedendo alla valutazione del rischio.



I primi sette nuovi alimenti (insetti) su cui l’Authority emetterà il proprio verdetto sono i seguenti: farina di mosca soldato nera (Hermetia illucens larvae) intera, sbollentata, ed essiccata; nidiata di fuchi di api mellifere (Apis mellifera male pupae); tenebrione mugnaio o larva della farina (Tenebrio molitor) come alimento o come ingrediente in altri gruppi di alimenti; polvere intera di grillo domestico (Acheta domesticus); farina di tarme della farina (Tenebrio molitor larvae); farina ricca di proteine da larve fresche di tarme della farina (Tenebrio molitor); polveri proteiche della larva del verme della farina minore (Alphitobius diaperinus).



INSETTI E NOVEL FOOD: QUANDO CI SARANNO I PARERI DELL’AUTHORITY?

Come sottolineato da “La Verità”, il vicepresidente della Commissione europea Frans Timmermans punta molto sugli insetti come alimenti. Con l’approvazione dell’Ocse, che, secondo il quotidiano, plaude a questa scelta, in quanto “l’agricoltura e la pesca, con 8 miliardi di abitanti del pianeta, sono sotto stress ed esplorare nuove risorse è una decisione obbligata”.

Inoltre, con il consumo di insetti si punta a diminuire l’inquinamento causato dagli allevamenti, ma uno studio dell’Università di Oxford, pubblicato sulla rivista scientifica “Nature”, ha rivelato che “l’allevamento italiano contribuisce a combattere il riscaldamento globale e a mitigare il cambiamento climatico”. In sostanza, scrive “La Verità”, le mucche emettono soprattutto metano, ma la ricerca ha dimostrato che “se un gas a effetto serra permane in atmosfera poco tempo, il suo contributo al riscaldamento globale è nullo”.