L’Apocalisse è un tema che da sempre affascina e terrorizza al tempo stesso l’umanità e, complici i cambiamenti climatici, le pandemie e le guerre in corso, persiste anche nel presente. Il fisico Philipp Schrögel, che ha conseguito un master in Politiche pubbliche ad Harvard e dal 2021 è coordinatore scientifico del Käte Hamburger Center for Apocalyptic and Post-Apocalyptic Studies, sulle colonne del quotidiano tedesco “Die Welt” ha spiegato: “Mentre in passato ci si aspettava che la fine del mondo fosse un atto divino o il risultato di un evento naturale inevitabile, oggi ci si concentra sull’estinzione causata dall’uomo. Per esempio, un virus altamente pericoloso che è passato dal regno animale potrebbe potenzialmente spazzare via l’intera razza umana. Ma l’uomo stesso ha aumentato la probabilità di questa zoonosi invadendo gli habitat della fauna selvatica”.



I ricercatori che indagano sulla questione Apocalisse spesso sono bersaglio di critiche per la scelta di abbinare immagini choc alle loro teorie e scoperte: “Alcuni dicono che è corretto, perché aumenta la pressione ad agire – ha spiegato l’esperto –. Altri, invece, sostengono che ciò susciti panico, con conseguente incapacità di agire e impotenza. Da un punto di vista scientifico, posso solo dire che entrambe le cose sono corrette e possono essere provate psicologicamente”.



APOCALISSE, IL FISICO SCHRÖGEL: “ANCHE UNO SCENARIO ESTREMO HA BASE SCIENTIFICA”

Nella narrazione e proiezione dei fatti, ha continuato Schrögel sul “Die Welt”, le esagerazioni sono un divieto per uno scienziato, ma ci sono scenari di Apocalisse che si basano su risultati scientifici reali e non sono affatto delle iperboli: “Tuttavia – ha precisato –, lo scienziato deve sottolineare che tutti gli scenari sono pieni di incertezze e, in ultima analisi, sono solo dichiarazioni di probabilità. Se poi nei modelli entrano anche parametri economici, sociali e politici, il tutto diventa estremamente complicato”.



Parlare di Apocalisse imminente è sbagliato? “Nella sua pubblicazione, un ricercatore parlerebbe di ‘un processo drastico e irreversibile’. Ma, poiché ogni scienziato è anche un cittadino, in quanto tale può anche usare un linguaggio più popolare e chiamare Apocalisse uno scenario estremo. E dopo tutto, anche lo scenario estremo ha una base scientifica”.