Caso del video Apostolico archiviato. Nessun dossieraggio, nessun complotto politico: il video sulla giudice non uscì da banche dati riservate al servizio di misteriosi manovratori. Il filmato pubblicato da Matteo Salvini, in cui si vede la giudice Iolanda Apostolico mentre partecipa ad una manifestazione a favore dello sbarco dei migranti bloccati a bordo della nave Diciotti nell’agosto 2018 al porto di Catania, non arriva dagli archivi di nessuna forza di polizia. Fu un carabiniere in servizio quel giorno a girare il video col suo cellulare privato, non per ragioni di servizio. Custodì il filmato e nei giorni in cui il nome di Apostolico venne alla ribalta per la bocciatura del decreto Cutro, lo condivise in una chat di amici legati al deputato della Lega catenese Antonio Carrà.
In virtù di ciò, spiega Repubblica, tre mesi dopo la bufera sulla giudice della sezione immigrazione, la procuratrice di Catania Agata Santonocito ha chiuso l’inchiesta sulla diffusione del video. Il procedimento è stato archiviato, in quanto il fatto non costituisce reato perché non si tratta di immagini prelevate da archivi delle forze dell’ordine. L’indagine ha ricostruito con precisione come andarono le cose, rilevando provenienza e filiera di diffusione del video, nonostante la ritrattazione del carabiniere che, dopo averne parlato col suo superiore, negò di esserne l’autore. Peraltro, per questo ora rischia di finire sul banco degli imputati per falsa testimonianza, oltre all’inchiesta disciplinare del Comando generale dell’Arma che potrà fare il suo corso.
COME È SCOPPIATO IL CASO DEL VIDEO DI APOSTOLICO
Il video fu diffuso sui social da Matteo Salvini il 5 ottobre scorso. Nel filmato si vede il viso, fino a quel momento sconosciuto ai più, di Iolanda Apostolico durante una manifestazione indetta dal mondo dell’associazionismo contro la decisione dell’allora ministro dell’Interno Salvini di non far sbarcare i migranti soccorsi dalla nave Diciotti. Quelle immagini scatenarono dubbi sulla terzietà del magistrato. Il leader della Lega si rifiutò di dire chi aveva girato il video e da chi lo aveva ricevuto. I sospetti, come ricostruito da Repubblica, puntarono subito sul deputato Carrà, ex carabiniere catanese che ammise solo a metà il suo coinvolgimento. Si ipotizzò che quel video fosse stato tirato fuori dalla banca dati della Digos, ma fu esclusa dal Viminale.
Due giorni dopo un carabiniere in servizio a Catania si fece avanti con il suo superiore dicendo di aver girato quel video, di averlo tenute nel suo telefonino e di averlo condiviso in una chat di amici dopo aver riconosciuto la giudice Apostolico. Il giorno dopo però si tirò indietro, accennando ad un fraintendimento durante una cena tra amici carabinieri. In procura negò di essere l’auto del filmato. Gli accertamenti tecnici disposti sul cellulare lo hanno smentito: il video non era in rete, è stato girato dal telefonino del militare e pubblicato su una chat di cui fanno parte altri carabinieri, fino ad arrivare a Carrà.