Le app di delivery come Deliveroo, Uber-Eats e Just Eat possono evitare il consumo di cibo spazzatura, favorendo quello di alimenti salutari come le insalate. Una ricerca dell’Università di Oxford, che ha coinvolto un campione di quasi 24 mila adulti, come riportato dal The Times, ha dimostrato infatti che le persone, al momento dell’ordine, sono orientate maggiormente a scegliere i ristoranti e/o le pietanze che sono posizionate in alto.



In media, le persone coinvolte nello studio hanno normalmente ordinato circa 1.400 calorie ciascuno. Nel momento in cui i medesimi soggetti hanno utilizzato una piattaforma modificata, che mostrava automaticamente ristoranti più sani in evidenza rispetto ai fast food, le calorie per ordine sono scese in media di 209 unità ciascuno. Una riduzione simile, di 177 calorie, è stata osservata inoltre quando le porzioni definite “piccole” sono state rinominate in “normali” e fornite come opzione predefinita. L’inserimento di etichette delle calorie nelle opzioni del menu, incluso il numero totale di calorie nel carrello alla cassa, ha portato infine a diminuzioni di 110 calorie per ordine.



App di delivery possono evitare consumo cibo spazzatura: lo studio dell’Università di Oxford

Lo studio dell’Università di Oxford ha dimostrato dunque che le app di delivery possono orientare le scelte sul consumo di cibo dei propri utenti, evitando almeno in parte che ordinino quello spazzatura. Le aziende come Deliveroo, Uber-Eats e Just Eat sono state per cui invitate ad “assumersi le loro responsabilità” per quel che concerne il fenomeno dell’obesità. È dimostrato, infatti, che le persone che utilizzano queste piattaforme hanno molte più probabilità di essere sovrappeso.



“È difficile dire esattamente quanto queste app stiano contribuendo all’obesità, ma sappiamo che le persone stanno sostituendo il cibo cucinato in casa con quello d’asporto, sta diventando sempre più un problema”, ha affermato la ricercatrice Anna Keleher. È della stessa idea il collega Filippo Bianchi. “ Non dobbiamo sempre sostituire una pizza con l’insalata. Dovremmo favorire iniziative che rendono facile apportare piccole modifiche a ciò che mangiamo, perché potrebbero aiutare a ridurre lentamente l’obesità, se fornite su larga scala”, ha concluso.