Secondo un recente report di Mozilla citato da Il Messaggero, le applicazioni di appuntamenti non seguirebbero alla perfezione le pratiche sulla privacy, raccogliendo più dati di quelli necessari. I ricercatori hanno esaminato 25 fra le applicazioni di incontri più note e di queste ne hanno identificate ben 22 come critiche circa la sicurezza dei dati personali. L’80 per cento di queste applicazioni potrebbe condividere se non addirittura vendere le informazioni degli iscritti per degli scopi pubblicitari mentre il 25 per cento raccoglie info sui file che vengono pubblicati sul portale.



Il Messaggero sottolinea inoltre che alcune app, fra cui Hinge, OkCupid e Tinder, avrebbero anche accesso ai dati esatti di geolocalizzazione dell’utente, anche quando le app sono spente. OkCupid incalza l’utente tramite notifiche dicendogli: «Condividi più informazioni su di te» e non dimenticarti di «aggiornare frequentemente il tuo profilo» per ottenere più corrispondenze. Più il profilo è preciso e più è facile trovare il partner ideale ma secondo Mozilla tale info servirebbero anche alle stesse aziende per altri scopi.



APP DI INCONTRI UTILIZZANO DATI PERSONALI DEGLI UTENTI: “POSSIBILI GRAVI CONSEGUENZE”

«Chi gestisce le app di incontri ha più volte ribadito la necessità di avere più dati possibili sugli utenti per fornire corrispondenze migliori», si legge nel report, che precisa che «se tali dati finiscono nelle mani dei broker, ci possono essere gravi conseguenze». L’anno scorso fu il Washington Post ad accendere un faro sulla vicenda precisando che un gruppo di fondamentalisti cattolici attivo negli Stati Uniti, avrebbe speso un sacco di soldi per acquistare i dati di tracciamento di alcuni preti che erano attivi su app di incontri, per poi condividere le stesse info con alcune delle principali diocesi americane.



Lo scorso febbraio, invece, alcuni utenti sempre di app di questo tipo avevano citato in giudizio Match Group per un business giudicato “predatorio”, che spingerebbe gli utenti ad acquistare le funzionalità premium nascondendo potenziali corrispondenze. Ecco perchè la popolarità di queste applicazioni è un po’ scemata negli ultimi anni, e stando ad uno studio recente di Pew Research solo tre adulti americani su 10 oggi utilizzano tali tipi di piattaforme, il dato più basso dal 2019.

APP DI INCONTRI UTILIZZANO DATI PERSONALI DEGLI UTENTI: POPOLARITÀ IN CALO

Il New York Post, giusto per rendere ancora più l’idea della crisi del settore, ha sottolineato come dal 2021 ad oggi i due grandi gruppi che si spartiscono il mercato leggasi Match Group e Bumble abbiano perso più di 40 miliardi di dollari di valore. A complicare la situazione è l’intelligenza artificiale che piano piano sta sottraendo ulteriori iscritti alle app di incontri. Di fatti l’IA sta creando dei “partner virtuali” come ad esempio i chatbot sexy utilizzato da moltre star di OnlyFans per intrattenere gli iscritti 24 ore su 24.

«L’obiettivo finale – le parole di Sophie Dee, attrice di film per adulti – è che la mia controparte digitale possa continuare a soddisfare le fantasie di tutti anche quando non sarò più parte dell’industria, per le generazioni a venire». Anche le app di incontri stanno cercando di sfruttare l’IA, ma come le stesse applicazioni anche questi chatbot rappresentando un rischio per la privacy in quanto raccolgo info senza sapere con certezza a chi le stanno dando. Il consiglio è quello di pensare che il nostro profilo sia pubblico e visibile a tutti, di conseguenza meglio pubblicare info che realmente vogliamo comunicare.