È passato forse in “sordina” nelle righe del nuovo Dpcm 18 ottobre approvato ieri dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, dopo giorni di contrasti e tavoli tra Governo, Regioni e Cts sulla risposta più adeguata da dare alla risalita dei contagi Covid: con il Decreto di Palazzo Chigi si rende obbligatoria la registrazione della notifica su App Immuni da parte delle Asl. La norma forse non dirà molto ai più ma potrebbe essere il punto di “origine” di un piano assai più complesso che oggi Ilario Lombardo ben racconta su La Stampa nel suo retroscena da Palazzo Chigi: «adesso il presidente del Consiglio, d’ accordo con gli esperti, sta maturando la convinzione di renderla obbligatoria». I problemi all’inizio su privacy e funzionamento, poi la mancata adesione da parte dei cittadini soprattutto per i problemi ancora non risolti appieno su quarantena e tampone (troppo spesso non eseguito dalle autorità sanitarie una volta segnalato il contagio anonimo su App) e infine la campagna di adesione al download che non ha sortito grossi effetti (cresciuto fino a 8 milioni di italiani, ancora lontani dal 50% che servirebbe): per tutti questi motivi l’App non prende piede e con la risalita dei contagi, sentendosi braccato dai “chiusuristi” del Governo che vorrebbero tornare a nuovo lockdown, Conte immagina i prossimi passi.

IL “PIANO” CTS E IL NODO TRASPORTI

Il “piano” è emerso prima del Dpcm dall’uscita di Vito Crimi, leader pro tempore del M5s: «Occorre potenziare l’ utilità di Immuni, rendendola obbligatoria per l’ accesso a determinati luoghi o servizi e verificando che tutto il sistema sanitario sia in grado di sfruttarne le potenzialità». L’indicazione del Cts, riportata dal retroscena di Lombardo, è proprio quella di insistere sulla «assoluta esigenza di tempestiva diagnosi, monitoraggio ed efficace tracciamento dei contatti». Come consigliato dagli esperti del Comitato, i tecnici del Governo assieme a Conte stanno pensando alla necessità di far pervenire nei locali pubblici rimasti aperti e sui trasporti solo persone con App Immuni scaricata: resta evidente l’enorme problema di privacy e implicazioni costituzionali, ma secondo La Stampa comunque il Governo starebbe pensando ad una soluzione per imporre l’iscrizione a Immuni come “panacea” per risolvere il nodo trasporti e lo spauracchio del coprifuoco.